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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sur le Pont d’Avignon” – Orchestre National Avignon-Provence
Kevalin si sveglia presto, perché non sa, a quanto pare, che quando si è in vacanza è d’obbligo dormire fino a mezzo giorno. Non lo sa e alle otto è già in piedi, pimpante come pochi. -Direi che sia l’unica persona che alle otto del mattino possa essere definita “pimpante”. … dovrebbe essere un crimine-. Presto imparerà che alle otto e mezza, in pieno luglio, nessuno è fuori dal letto: Avignone è quasi deserta. Si sta iniziando a riempire piano piano.
Fortunatamente è animata dagli innumerevoli striscioni, fatte da locandine, che la ricoprono. Scoprirà solo nel pomeriggio, il nostro caro Kev –che tutti stiamo invidiando al punto da diventare verde acceso.- il perché di tutti questi manifesti e, come sapete, io sono contro gli spoiler; quindi vi tocca aspettare.
Monumento simbolo e ragione principale per cui si va ad Avignone, il Palazzo dei Papi è la sua prima tappa. Immenso e dall’architettura fantastica -sia perché e bellissima e impressionante, sia perché sembra di stare in uno dei castelli delle favole, che a questo si sono ispirati.-, si riesce ad apprezzarlo appieno grazie a dei tablet su cui ci sono delle ricostruzioni degli ambienti.
Molto utile e soprattutto divertente, visto che c’era una caccia al tesoro ideata per i più piccoli e Kev l’aveva presa come una sfida personale. -Se ve lo stavate chiedendo: ha vinto sia la caccia al tesoro, sia la battaglia contro la maturità, che imponeva di godersi la visita e basta-.
È molto interessante notare –e questa è una raccomandazione diretta di Kev– come i francesi raccontino che il Papa si sia spostato ad Avignone a causa dell’instabilità politica a Roma, mentre noi conosciamo la storia in modo molto diverso. Forse sono entrambe vere, due facce della stessa medaglia; o forse no.
Farsi un giro in città in un periodo di tempo che va dalle 12 alle 15 non è mai una buona idea, soprattutto se è estate, sei in un paese amante delle scale e durante quel lasso di tempo si arriveranno a toccare i 43°. Dopo il Palazzo e una breve sosta, Kev visita Le Pont d’Avignon. Edificio storico che, ormai, attraversa il Rodano solo per metà, è un luogo solido e visitabile e che mostra aspetti della città nascoste. Sorprendente è che su quel ponte, usato per secoli, sorge anche una chiesa a due livelli interamente costruita in pietra!
Ho già detto che fa un caldo assurdo?
Beh, non sembra far altro che aumentare, tanto che Kevalin ricorre all’antica arte segreta di farsi la doccia nelle fontanelle; ma non basta. Altra soluzione? Rifugiarsi in luoghi con l’aria condizionata. Perciò è ben felice di visitare il Museo Petit Palais, dove c’è un’interessante mostra di dipinti con soggetti cristiani e un’ultima sala mitologica. Ma un’ora passa troppo in fretta e Kev non può spendere ottocento euro ad un bar, solo per restare davanti al condizionatore.
Ecco, quindi, che torna in Hotel.
Quanta gente ci sarà mai ad Avignone alle sette di sera? “Troppa” è la risposta corretta. E questa è la triste storia di come Kevalin ha passato circa 45 minuti a girare tutti i parcheggi della città. – Perché sì, le città hanno i parcheggi poco fuori dal centro, così da non affollare le strade e rendere le strade pedonali-. Alla fine, un posto l’ha trovato. Al settimo piano di un parcheggio interrato. Così in basso che a momenti incrociava Virgilio che andava a recuperare il corpo svenuto di Dante dal 4° girone infernale. E, ovviamente, con tutta la gente che c’è, si ritrova a dover girare tutta la città a piedi, anche più volte, per riuscire a trovare un posto dove mangiare con tempi di attesa minori delle 3 ore.
Gira e rigira, però, tra la folla, non può non notare dei ragazzi vestiti in modo strano, o che cantano e ballano, o che distribuiscono volantini.
Avete presente le scene in cui c’è un plot-twist e il protagonista capisce tutto e tutti gli indizi si collegano all’improvviso?
È praticamente quello che è successo a Kavelin, quando ha realizzato di trovarsi immerso nel Festival di Avignone, ovvero un periodo, praticamente tutto il mese di luglio, in cui si svolgono infinite rappresentazioni teatrali. E forse, prima di lasciare la città, una di queste se la andrà a vedere, anche se non conosce il francese.
Written by: Aurora Vendittelli
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