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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Leave My Body” – Florence + The Machine
Ci spostiamo a Cona, un piccolo paesino in provincia di Ferrara, visitato principalmente per due luoghi: l’Ospedale Sant’Anna e Villa Magnoni e, ovviamente per due motivi ben diversi. L’Ospedale è un luogo utile e, quando si tratta di paesini, ce n’è uno che copre tutta la zona circondante. Villa Magnoni, invece, richiama a sé tutto un altro genere di persone: quelle attratte dai fantasmi.
Rispetto al centro di Cona, Villa Magnoni è in periferia, proprio vicino al bosco –e con una collocazione del genere, gli amanti del paranormale ci vanno a nozze-. In quanto villa, è strutturata da una parte principale, l’ex edificio signorile, e le stalle, divise. Ovviamente, oltre ad essere abbandonata, il suo giardino ha decisamente una personalità macabra, perché sembra essere scresciuto incontaminatamente inquietante, per abbinarsi bene alla reputazione del luogo.
Non c’è una storia di Villa Magnoni da riportarvi e, in realtà, è incerto anche da dove venga il suo nome; non si trova quasi nulla sulla sua storia precedente agli anni ’80.
Non si sa pende in che anno, ma, stando alla tradizione popolare, Villa Magnoni è sotto la maledizione di una strega. La conferma arriva dagli anni ’80 – come accennavo prima “ai più attenti di voi”- e da un gruppo di ragazzi. O forse è meglio dire “E da un sopravvissuto”. Ma procederò con calma.
Ovviamente, non credendo alla leggenda della maledizione, un gruppo di ragazzi si organizzò per esplorare la Villa. Appena entrati nell’edificio iniziarono a sentire il pianto di un bambino e, giustamente, se uscirono di corsa. –Avevano visto un minimo di film horror per sapere che non bisogna seguire i rumori-. Dal giardino però, videro una donna al secondo piano dell’edificio, affacciarsi da una finestra e urlare loro di andarsene. E il gruppo fu abbastanza saggio da seguire il consiglio e di salire in macchina per andarsene. Peccato però, che, sulla strada del ritorno, fecero un incidente che uccise tutti i ragazzi meno che uno, il testimone che raccontò poi la storia.
Fin qui si potrebbe trattare semplicemente di una villa abitata abusivamente e di uno sfortunato incidente stradale, se non fosse che Villa Magnoni venne fatta murare. Tutti gli accessi e tutte le finestre, vennero totalmente chiusi, ma meno di una settimana dopo, la finestra, da cui si era affacciata la donna era affacciata, era di nuovo aperta.
Ancora oggi, entrando nella Villa, si sentono sia il pianto del bambino, sia le urla della strega che custodisce la casa. –Fossi in voi, non la visiterei: se devo avervi sulla coscienza, almeno andate al Monastero del Diavolo!-
Written by: Aurora Vendittelli
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