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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Paolo e Francesca” – Claver Gold & Murubutu & Giuliano Palma
Oggi non ci spostiamo di tanto da Ca’ Dario: Illasi, in provincia di Verona, dove c’è un castello avvolto da un bel mistero. -E poi, è il periodo giusto per visitarlo da fuori: un uccellino mi dice che in primavera la Val d’Illasi sia un bello spettacolo. Per via dei ciliegi in fiore che il nostro immaginario collettivo collega al Giappone.-
La zona era già abitata in epoca preromana, vista l’area sepolcrale ritrovata, ma i corredi fanno pensare, per lo più, a piccoli proprietari terrieri. E anche il nostro castello ha origine fumose: Ezzelino III da Romano, nel 1243, probabilmente ristrutturò una costruzione preesistente.
Comunque siano andate le cose, non è importante: il castello venne donato del 1279 a Niccolò della Scala da papa Niccolò III. E da quel momento il Castello di Illasi venne tramandato nella famiglia degli Scaligeri. –In Italia ci sono tantissime famiglie nobili che si tramandano castelli come noi ci tramandiamo aneddoti. E noi siamo riusciti a mancarle tutte, alla nascita!- In seguito, agli inizi del XV secolo, il Castello di Illasi, e il territorio circostante, venne occupato dalla Repubblica di Venezia, che lo donò a Girolamo Pompei, per meriti militari.
Siamo nel 1591, per la precisione al matrimonio tra Girolamo e Ginevra Serego degli Alighieri. –In caso ve lo steste chiedendo: sì, era una discendente del nostro naso a becco preferito, Dante.- Forse il loro matrimonio fallì perché lui preferiva la guerra, o per molti altri motivi. Non ci importa molto. Il risultato non cambia: lei iniziò una relazione clandestina con Virginio Orsini, podestà di Verona.
Ma tutti i nodi vengono al pettine e Ginevra si ritrovò a confessare al marito il tradimento. Visto che Girolamo non poteva sfogarsi su Virginio, che poi avrebbe comunque fatto una brutta fine –qualcuno la chiamerebbe sfiga; qualcuno politica; qualcuno karma.- a pagarne le spese fu il servo che aiutò la coppia ad incontrarsi. E tempo dopo –nelle leggende le tempistiche sono molto variabili e molto poco affidabili.- Ginevra sparì nel nulla, ma non il suo fantasma, che infestava il luogo.
Adesso qualcuno di voi può immaginare la sua fine, visto il “piccolo” indizio che ho lasciato: nell’Ottocento venne ritrovato un cadavere, incatenato, di donna e murato. –No, non siamo improvvisamente in Hill House.- Peccato però che quella donna non può essere stata Ginevra: delle analisi riportano che la povera donna visse molto tempo dopo la protagonista della leggenda, di cui ancora non si hanno tracce.
Written by: Aurora Vendittelli
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