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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Infinium” – LYFE4M
Una delle più grandi paranoie di chi, come me, disegna, è sentirsi dire “questa cosa sembra un cane” mentre si sta palesemente disegnando una macchina. Il mondo crolla, le bombe di Hiroshima e Nagasaki sono lanciate contemporaneamente sulla vostra autostima e, per i seguenti venti minuti, non farete altro che fissare il foglio, chiedendovi se siete voi il problema o quell’interlocutore che non si è fatto gli affari suoi. Se, qualche volta, anche voi vi siete sentiti così, permettetemi di proporvi la soluzione a tutti i vostri problemi e disagi psichici: aderite al Surrealismo.
Noi surrealisti siamo figli dei Dadaisti, quelli della roba messa a casaccio e “decido io, perché lo voglio io”, detto tra l’altro in modo aggressivo e poco simpatico. Per fortuna, ne siamo la versione migliore. Dopo aver letto gli studi di Sigmund Freud, il caro André Breton – poeta ed intellettuale, fondatore del movimento.– ha esclamato “Uanema”, realizzando che nessuno si era mai interessato alla rappresentazione dei sogni e della psiche umana, nonostante sia una costante dalla nascita alla morte dell’individuo.
“Credo alla futura soluzione di quei due stati, in apparenza così contraddittori, che sono il sogno e la realtà, in una specie di realtà assoluta, di surrealtà, se così si può dire.” -Il manifesto del Surrealismo, André Breton
Sì, André, a quanto pare si può e si potrà continuare a dire.
Per farvi capire quanto la mente fu svincolata dalle regole della ragione, e riportata uno ad uno su tela, vi insegno un gioco: cadavre exquis. Prendete un paio di amici, un pezzo di carta ed una matita. Scrivete una parola – o iniziate un disegno.– e piegate il foglio, per non far sapere al prossimo giocatore cosa avete scritto. Quando tutti i giocatori hanno terminato, il risultato è un miscuglio di parole casuali, sconnesse l’una dall’altra a livello logico ma partorite dalla mente di ognuno. Non c’è giusto o sbagliato, c’è solo pensiero.
“Cane e aldeide illuminati, alfiere-lampione.” -Risultato di un cadavere squisito realizzato con amici
I primi che si cimentarono nell’audace sfida del rappresentare sogni, durante il 1920, sono un piccolo gruppo di eccentrici signorini francesi: Mirò, Ernst, Magritte e Dalì. A differenza delle precedenti correnti artistiche, la parte divertente è l’eterogeneità degli stili di questi quattro matti, ognuna diversa dall’altra, come la nostra mente. Come in cadavere squisito.
Non importa quindi, se la macchina che sto disegnando sembra un cane, nella mia mente è una macchina. Non importa cosa sia rappresentato sulla tela – specie nelle opere di quello schizzato di Dalì – perchè è onirico, metafisico ed inconscio. Guardando Il sogno causato dal volo di un ape è ovvia la confusione generale e, anche con testo e spiegazione accanto, si rimane ancora con un grande punto interrogativo. E ciò è uguale anche per Costellazioni, di Mirò o La vestizione della sposa di Ernst.
Non serve dare per forza un’interpretazione logica. Il Surrealismo libera la mente, la fa respirare e rende leggeri, pensando che, alla fine, nessuno può giudicare il modo in cui si rappresentano i pensieri. Basta sognare.
Freno, allegare pianeti.
Written by: Alessandro Vitrano
Tempo di lettura 3 minuti
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