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Domani è l’8 Marzo. Già ti vedo, aspetta. Prima di regalarmi la mimosa e dirmi “auguri” con annesso sorrisetto soddisfatto di chi ha portato a termine il suo compito, leggi questo articolo. Più che una festa delle donne, infatti, questa data è da considerarsi come un giorno del ricordo – anche perchè voi avete mai visto una torta? Tutte le feste ne hanno una… -. È quel momento dell’anno in cui ognunə dovrebbe fare i conti con i traguardi raggiunti, i diritti conquistati e i faticosi obiettivi a cui ambire rispetto alla parità di genere.
Così, seguendo questa linea di pensiero, ecco che Officina dell’arte dedica un margine importante alla questione femminile. Per farlo, però, non mi affiderò al mio buon senso, né tanto meno ai disegni sghembi della signora Pina del piano terra. È il momento di tirare fuori dal sacchetto degli artisti-che-hanno-segnato-la-storia-dell’arte, Paola Agosti con l’archivio fotografico vincitore del premio Tempo Ritrovato – Fotografie da non perdere.
Paola Agosti, torinese di nascita, dedica la sua intera vita professionale a documentare e raccontare, attraverso i suoi libri e i suoi scatti, i mutamenti sociali, politici e il clima teso che si respiravano in quegli anni. La definiremmo una donna dinamica, che ha concluso il suo tour around the world per dei reportage nel ‘68 con il suo trasferimento a Roma. La sua vita si interseca con orde di reporter, leader politici e artisti internazionali. Ovunque la si vede, aveva la macchinetta al collo nel mentre che collezionava giorno dopo giorno le cronache di questi anni convulsi. La sua è una ricerca che solo a posteriori verrà riconosciuta come diario di una generazione femminile.
“Documenta, e ben rappresenta, la vita sociale e culturale degli anni Settanta, in particolare il tema individuato dalla Giuria: il Femminismo, movimento tra i più significativi di quegli anni” –Giuria di Tempo Ritrovato
Così la giuria della competizione ha motivato la vittoria di Paola Agosti, testimone dietro l’obiettivo delle più grandi proteste e manifestazioni delle battaglie delle donne italiane nel periodo a cavallo tra il 1968 al 1982. Nelle sue fotografie, in bianco e nero, viene rappresentata al presa di coscienza delle donne e delle giovani con la conseguenziale rivendicazione per il diritto al divorzio, all’aborto e agli asili nido. Agosti racconta delle protagoniste che hanno lottato contro la violenza, l’isolamento e il lavoro domestico.
Il particolare interesse ai volti femminili, seppur sempre presente in tutte le raccolte della fotoreporter – così si definisce lei stessa -, in questo archivio si palesa prepotentemente. Era lì, ai cortei, nella Casa delle Donne di Via del Governo Vecchio, ma anche nei gruppi di autocoscienza e nelle assemblee. Il lavoro di Paola Agosti, come delle molte pioniere di quel tempo, è indispensabile anche per noi. Seppur quel fermento si sia pian piano dissipato, riecheggiano ancora le voci delle donne e delle ragazze che ci hanno sterrato la strada lungo diritti ora scontati.
Non ci sono più i cortei gremiti e cori della serie tremate tremate, le streghe son tornate. Non ci sono neanche le assemblee o i collettivi – o per lo meno non rappresentano più un punto di riferimento -. Abbiamo perso anche l’aggressività e il furore che nel primo momento erano stati necessari. Eppure, dopo tutto questo miraggio femminista apparirebbe ancora surreale e ben lontano dalle nostre vite. Molte strade dovranno ancora essere percorse, altrettante parole dovranno essere pronunciate. Ricordare chi, prima di noi, ha avuto il coraggio di imporsi, è un buon punto di partenza per farci avanti anche noi. Dai, magari ci esce anche una bella foto.
Written by: Laura Cervelli
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