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YCB

Officina dell’arte: la gonna dello stylist

today11 Maggio 2023

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La Femme D’Argent” – Air

L’arte è un’arma, se per arma s’intende uno strumento attraverso cui l’uomo si difende o attacca. Eppure, è differente da un campo di battaglia. Non c’è alcuna goccia di sangue, alcun ferito, n’è tanto meno un re eletto. Anche perché, in mezzo a tutto quel fango, c’è il rischio che il vestito si sgualcisca o, peggio ancora, si sporchi. Meglio un luogo più intimo, dove si può fare la rivoluzione senza che venga qualcuno a protestare: la passerella. Così, con il pretesto di affrontare un argomento mai toccato dalle penne del YCB, inauguriamo questo articolo, ripercorrendo i momenti più iconici e radicali nella moda e degli stylist che hanno accolto la lotta per il riconoscimento e l’affermazione della comunità lgbtq+.

Harris Reed 2022

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Harris Reed / Ph. Credits Flickr

Harris Reed è uno dei fashion stylist più in vista della scena attuale, proprio per i suoi abiti provocanti. No, non si tratta di centimetri di pelle lasciati allo scoperto – anche perchè la moda su questo versante è avanti anni luce – ma perché, attraverso i panneggi colorati, riporta nella sua arte l’eco di tutti coloro che sono stati lasciati al margine, ripudiati e insultati. La carta si sta allargando e, al centro del foglio, ora c’è posto solo per la libertà di espressione e vestiti dalle forme moderne e dinamiche. Gli abiti che hanno debuttato al Victoria & Albert Museum di Londra nell’edizione 2022 della kermesse Fashion in motion, sono dei chiari esempi del genio creativo dello stylist.

“Sento che molti dei miei vestiti siano alimentati dalla vergogna che molte delle persone queer provano.” – Harris Reed

Jean Paul Gaultier 1998

Jean Paul Gaultier / Ph. Credits Wikimedia Commons

La collezione Primavera/Estate, proposta da Jean Paul Gaultier nel 1998, ci riporta nelle corti di Versailles nel periodo più splendente della Francia, the Age of Enlightenment. Ecco allora che sfilano lungo la passerella forme familiari, dai volumi ampi e con materiali storici, senza dimenticare, però, la freschezza dello stile moderno e street. Il designer è stato il primo della sua generazione a introdurre nel mondo della moda donne mature e curvy e a puntare al genderless. È grazie allo stylist che i vestiti stracciati della periferia, sono diventati capi di lusso, sfilando a Les Halls. Non possiamo, allora, dimenticare la collezione del 1983 intitolata Et Dieu Créa l’Homme (E Dio creò l’uomo), con la quale ha raso al suolo il concetto tipico di mascolinità, ricostruendolo da zero. Non erano più pantaloni scuri, ma gonne e top cut out; niente cravatte dai pattern squallidi, solo volant e stampe vivaci

 

Chanel x Karl Lagerfeld 2013

Karl Lagarfeld / Ph. Credits Wikimedia Commons

Nel 13 Gennaio 2013, Parigi è stata il palco lungo cui si è svolta la manifestazione contro le nozze gay, in risposta alla decisione del governo Hollande di pormuovere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Un argomento doloroso, su cui si è discusso a lungo e, a dire la loro, non sono stati solo i cittadini in piazza. Mettendo da parte i fumogeni e i cartelli, lo stylist Karl Lagerfeld ha portato il tema sulla passerella Primavera/Estate 2013, concludendo con le modelle Ashleigh Good e Kati Nescher in abito da sposa. Avvolte dai panneggi bianchi, hanno percorso la passerella stringendosi per mano e, con loro, il nipote dello stilista, loro ipotetico figlio. Un atto di protesta senza dubbio efficace che ha lasciato parlare molto di sé. D’altronde cosa aspettarsi da uno dei personaggi più iconici del mondo della moda?

Gucci x Alessandro Michele 2023

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Alessandro Michele / Ph. Credits Stuff.co.nz

Approdiamo ora ai giorni nostri, dove il tema diritti rimane ancora fresco. Tra i momenti più radicali della scena, non possiamo non citare la collezione Primavera/Estate di Gucci di quest’anno, dello stylist Alessandro Michele. Il tema gemelli non poteva essere più chiaro, tanto che il titolo della sfilata era proprio: Twinsburg. Di curiosità da dire, qui, ce ne sono a bizzeffe. A partire dalla location, caratterizzata da uno specchio e un set diviso in due, passando per gli accessori al dir poco… particolari e la musica di sottofondo con lo storytelling di Marianne Faithfull, famosa interprete britannica. Perdersi in questo mare è facile, ma, tenendo conto del nostro focus, concentriamoci su un dettaglio importante: FUORI!!!

Dal ‘71 al ‘82, Torino era il centro di uno dei movimenti per i diritti omosessuali d’Italia. Un gruppo di attivisti si ritrovè per discutere e il loro lavoro venne pubblicato sotto l’acronimo FUORI!!! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Così, i capi esposti riportavano il nome della rivista di liberazione sessuale, omaggiano in gran stile coloro che hanno contribuito attivamente alla lotta per il riconoscimento e la libertà della comunità lgbtq+.

Mai alcuna rivoluzione è stata così chic e nessuno può certo dire che il risultato non sia stato graffiante. Sono anni di lotta, raccontati attraverso i tessuti e i drappeggi di chi ha combattuto in prima linea, nell’ambiente più aperto e innovativo. Chi ha detto che non si può fare arte in gonna?

Written by: Laura Cervelli

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