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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Fotografia” – Carl Brave ft. Francesca Michelin, Fabri Fibra
Questo San Valentino, piuttosto che i cioccolatini e le lettere, scattiamoci una bella foto! Si dai, dedichiamoci uno scatto d’amore.
Non credete a chi dice che non si può viaggiare nel tempo. Anzi, smentitelo dicendogli che, al contrario di quanto pensi, è ormai una vera e propria costante nella nostra quotidianità: basta pensare a quando apriamo i social e scrolliamo nella home, oppure quando ci scattiamo una foto con i nostri amici. Attraverso gli scatti, strappiamo alla vita dei frammenti e li incastoniamo in immagini. Quando ci scorreranno di nuovo tra le mani, a posteriori, rievocano il sentimento e il ricordo di quando lo avevamo vissute. Sarà come tornare lì.
“La realtà fotografata assume subito un carattere nostalgico, di gioia fuggita sull’ala del tempo, un carattere commemorativo, anche se è una foto dell’altro ieri. “ – Italo Calvino
Non agitatevi, lo sappiamo che è San Valentino e vi aspettate che questo articolo sia coperto di miele. D’altronde, non vi deluderemmo mai. Infatti non è un caso che il YCB vi parli di fotografia proprio oggi. Pensate, è proprio grazie a lei che possiamo metterci a confronto con il passato, dimostrando che la storia si evolve, la cultura si trasforma e le generazioni si alternano. In mezzo a questo turbinio di evoluzioni, però, sembrerebbe ci sia un coefficiente che ne rimane invariato: l’amore. Mi sono vergognata di averlo scritto, ma adattiamoci alla tradizione sanvalentinese. Continuiamo a volerci bene, a scambiarci virgole rosse e dolci carezze. Ecco quindi, che fermiamo il tempo per un po’, per leggere quattro amori custoditi in pellicole. (non mi piace, lo devo cambiare)
Raramente i fotografi si mostrano dall’altra parte dell’obiettivo. È dunque da considerarsi una fortuna poter vedere in quest’immagine non un fotografo, ma ben due! Parliamo di Robert Capa “il più grande fotografo di guerra di tutti i tempi” e la sua musa e amante Gerda Taro, anche lei mente brillante. Li troviamo seduti ad un bar parigino, colti in un sorriso complice dallo scatto del loro collega Fred Stein. Due anni dopo, Gerda muore tragicamente sventrata da un carro armato, mentre tenta di recuperare la sua macchina fotografica. Fu la prima donna fotoreporter a morire sul campo e i suoi onori vennero celebrati da Pablo Neruda e Louis Oragon nell’elogio In memoriam. Robert non si riposerà mai, custodendo il ricordo dell’amata in questa fotografia, rimasta nella sua tasca per vent’anni, fino alla morte.
Il 2 Dicembre 1991 viene scattata la foto che ritrae Fernando Aiuti, ricercatore immunologo, che bacia Rosaria Iardino, sieropositiva. Durante un convegno tenuto a Cagliari per la Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, Aiuti scende dal palco e prende tra le braccia la ragazza. Così viene scatta la fotografia che, in breve tempo, gira in tutto il mondo. Un gesto chiaro, che aveva come intento porre fine ai falsi miti che veleggiavano attorno alla trasmissione della malattia, reprimendo lo stigma più letale dell’infezione.
“Avevamo deciso di darci quel bacio la sera prima perché eravamo ormai molto scoraggiati, sembrava che non servissero più né le parole né gli articoli scientifici” –Rosaria Iardino
Elliott Erwitt ha sempre messo in scena nelle sue fotografie, racconti quotidiani. Un focus divertente e gioioso nei confronti della semplicità della vita, cogliendo la frazione di secondo perfetta. Tra le sue fotografie, la più celebre è certamente California Kiss del 1955, che immortala due innamorati che si abbandonano a un dolce bacio sui sedili dell’auto. L’immagine viene riflessa nello specchietto retrovisore, con in sottofondo la riva del mare di Santa Monica, e toni bianco e nero. Il bello della fotografia è proprio la genuinità dei due, che vengono ripresi dall’obiettivo per sbaglio. Infatti, Elliott racconterà di aver notato l’immagine nei suoi archivi solo 25 anni dopo. Tutt’oggi rimane uno degli omaggi più belli al simbolo del bacio.
Due ragazzi che si abbracciano avvolti in un copertone colorato. Il set, l’iconica scenografia di Woodstock, il festival rock simbolo della cultura hippie anni Sessanta. La fotografia viene scattata da Burk Uzzle e poi appare sulla copertina del disco ufficiale del festival, Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More. I due protagonisti non sapevano di essere stati ritratti, eppure, eccoli sulla copertina. L’amore dei due diventa l’icona del festival e la loro immagine e i loro racconti, lo hanno contribuito a tenerlo in vita fino ad oggi.
“Qualcuno con una chitarra qui, qualcuno che faceva l’amore là, qualcuno che fumava una canna, qualcuno che vomitava l’anima, il chiasso della musica di sottofondo: un bombardamento dei sensi” -Bobbi Ercoline
Guardare queste foto è come leggere gli ultimi versi di una poesia d’amore, tanto dolci e intime. Allora, piuttosto che letterine scarabocchiate e cioccolatini fondenti, appendiamo al collo una macchina fotografica e regaliamoci degli scatti. Così sopravvivremo al tempo.
Written by: Laura Cervelli
14 febbraio fotografia officina dell'arte San Valentino Woodstock
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Giulia on 14 Febbraio 2023
Genuinità e mente brillante. Complimenti.