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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Animals”- Maroon 5
Storia dell’arte non è la materia preferita di tutti: molti la possono considerare noiosa e difficile da studiare per via dell’infinità di artisti. Ma se vi dicessi che c’è qualcosa che la potrebbe rendere più divertente?
Questo segreto non è nemmeno così difficile da scovare: basta osservare gli animali dei dipinti. Ovviamente non tutti, ma molti sono disegnati in modo strano, con facce antropomorfe e corpi somiglianti ad esseri sconosciuti. Scherzi a parte, vi devo dire che, a me, è sorta una certa curiosità: non è possibile che queste figure siano state disegnate così male solamente perché l’artista non è stato capace a fare il suo lavoro. Dopo non troppe ricerche ho trovato delle spiegazioni per giustificare tre di queste povere creature.
I leoni sono, probabilmente, tra gli animali più rappresentati: dipinti, mosaici ed affreschi ne sono pieni. Sono creature possenti e bellissime, degni del titolo di re della giungla, ma, a quanto pare, nel medioevo non la pensavano così. A quei tempi non bastava andare allo zoo o cercare su internet per vederne uno, anzi, erano molto rari. Per questo, come molti artisti -anche amatoriali- sanno, è molto difficile rappresentare qualcosa senza una reference, figuriamoci seguendo la descrizione presa da un bestiario – magari anche poco attendibile-.
Sono carine le foto dei cagnolini col cappottino su instagram, vero?
Beh magari non piacciono a tutti, ma, fidatevi, il cane che vi sto per presentare farà mettere d’accordo haters e followers: è brutto e non c’è altro da dire.
Tranquilli animalisti e adoratori della razza canina: non sto insultando nessun cane, o, almeno, nessun cane reale. Per dimostrare che quello di cui sto parlando non si può considerare un vero cane, ecco a voi il dipinto – in stile Dama con l’Ermellino – di Lorenzo Costa. C’è qualcosa di strano con la sua faccia, è evidente: è fin troppo antropomorfa, anzi, sembra proprio un ritratto di un anziano. E se vi dicessi che è proprio così?
Esatto: in questo dipinto la dama voleva mostrare la sua lealtà verso il marito, e quale migliore modo per farlo, se non dipingerlo nelle sembianze di un cane, simbolo di questo sentimento, protetto nel suo grembo?
Sarei molto curiosa di vedere la faccia del povero marito ricevuto il quadro,dopo essersi scoperto in queste sembianze insolite -leggete “animali”-.
Ci muoviamo da cani a gatti tornando ancora nel medioevo. A quanto pare anche questa branca della razza felina è stata rappresentata in modi discutibili. In questo caso, però, le ragioni sono molto più serie di quello che ci aspettiamo: il colpevole è la Chiesa Cristiana.
Avete presente le superstizioni per i gatti neri?
Bene, praticamente le credenze erano le stesse e basta aggiungere cacce alle streghe e paura per il demonio per ottenere una tripletta a dir poco pericolosa. I gatti erano il simbolo del diavolo e tutte le cose legate ad esso, si credeva fossero la sua incarnazione. Per questo nei dipinti somigliano a gremlin dalle facce ghignanti. Tutto questo aveva uno scopo propagandistico per dire “Loro sono brutti e cattivi, abbiatene paura”. Ovviamente questa cosa funzionò fin troppo bene ed i gatti si trovarono ad essere rappresentati come piccoli mostriciattoli per diversi anni.
Dopo questa approfondita ricerca sugli animali più improbabili dell’arte, purtroppo, il prof ci aspetta con altri dipinti con la crocifissione o cose simili. Direi, però, che questa è la prova di come opere all’apparenza noiose e senza significati particolari, si possano trasformare completamente con pochi minuti di ricerca sul web -ed anche come passatempo è ottimo se si vuole fare bella figura a lezione-.
Scritto da: Morgana Stefanutti
Written by: Aurora Vendittelli
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