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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Girlfriend” – Avril Lavigne
La scuola in Canada, sotto certi punti di vista, è un’autentica svolta. Sembra una realtà così lontana da noi, sia geograficamente sia culturalmente, eppure ci sono degli aspetti interessanti da cui si potrebbe prendere spunto. Si sente spesso parlare del mito del sistema americano, apparentemente perfetto in tutto e per tutto, eppure c’è da dire che quello canadese non è da meno. Come in tutte le cose, esistono sia dei punti di forza, che possono essere un’ispirazione, ma anche delle debolezze. Ogni medaglia ha due facce e questo non dobbiamo mai dimenticarcelo. Ciò che possiamo fare noi è vedere ciò che il modello della scuola in Canada offre e, di conseguenza, crearci un’opinione al riguardo.
“Non ci può essere libertà se non c’è libertà economica.” – Margaret Thatcher
Amaro, ma reale. La libertà economica è diventata la chiave per la libertà stessa – di cui l’istruzione fa parte -. Perciò, nonostante a scuola si parli spesso di uguaglianza, sono ancora tanti i casi in cui questo principio non viene rispettato. In Canada, però, si cerca di ovviare nel migliore dei modi a questo problema, riducendo al minimo indispensabile le spese a carico degli studenti: i libri sono forniti dalla scuola, il trasporto per raggiungere l’istituto che si frequenta è garantito a costo zero. Persino le gite scolastiche sono, nella maggior parte dei casi, finanziate dalla scuola. L’abbigliamento sportivo, tuttavia, non è in dotazione. Nonostante lo sport ricopra un ruolo fondamentale nelle scuole canadesi, bisogna procurarsi autonomamente tutto l’equipaggiamento necessario.
Rispetto a molti altri Paesi, però, è già un grande passo avanti!
A quanto pare, anche nella scuola in Canada le lezioni frontali sono state drasticamente abolite. Si ha più fiducia in un nuovo metodo di insegnamento, qualcosa in grado di coinvolgere gli studenti e di renderli attivi e partecipi alla lezione. Il rapporto con i docenti è molto più facile, come diremmo noi oggi, nel senso che molte formalità vengono sciolte e gli insegnanti si mostrano ben disposti ad aiutare gli studenti in difficoltà. Questo favorisce un clima più tranquillo, in cui la collaborazione e la disponibilità reciproca riescono a favorire la crescita di un sistema più giusto e sereno.
La perfezione non esiste, questo si sa, ma l’importante è impegnarsi per avvicinarcisi il più possibile. Qualche piccola pecca ci doveva essere per forza, niente di irrisolvibile, ma giusto per mettere i puntini sulle i. Gli studenti, infatti, non hanno la possibilità di scegliere la scuola in cui andare, perché sono tenuti a frequentare quella della loro zona di residenza. Magari può sembrare una sciocchezza, eppure, banalmente, se questa regola fosse stata valida in Italia, io non sarei una studentessa del Kennedy, e chissà quanti altri di voi!
C’è anche da dire che se il livello della scuola di quartiere è basso, non poter frequentare una scuola migliore può diventare addirittura ingiusto sotto certi punti di vista. Del resto, non c’è da dimenticare che le intenzioni sono tutte nobilissime e ogni cosa sembra funzionare alla perfezione… ma non ci illudiamo che sia dappertutto così, perché, come in Italia e come in ogni altro Paese del mondo, i problemi ci sono. Senza nulla togliere alla scuola in Canada, che ha sicuramente ottimi presupposti e da cui, volendo, c’è parecchio da imparare!
Written by: Benedetta Bini
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