Neil Young ha vissuto il rock in tutte le sue forme, declinandolo ogni volta nel suo stile inconfondibile. Così ha dato vita al punk e al grunge ed ha inglobato nella sua influenza Kurt Cobain, i Sonic Youth, Nick Cave ed i Pearl Jam.
Un stella per tutta la sua lunghissima carriera, che ancora non smette di brillare nella galassia del rock, permeata della sua ricca produzione.
Una figura attenta ai cambiamenti sociali e politici di cui si fa portavoce. Dell’utopia sessantottina porta in alto la bandiera e quando questa cade anche lui vive la disforia di un sogno sfumato, di un mondo impossibile da cambiare. Sotto l’America di Nixon i giovani gridavano no alla guerra e la polizia sparava. Dal tragico episodio della morte di quattro studenti all’università di Kent, Ohio, nascerà Ohio (Quattro morti in Ohio/ quanti ancora).
Neil analizza minuziosamente anche le sue crisi più profonde, che troveranno posto nell’album della svolta, Harvest (1972). Un forte ripiegamento su sé stesso, che dà voce alla sua solitudine e alla malinconia in Out On The Weekend. Ricorda il suo grande affetto per l’amico Danny Whitten, che poi di lì a poco morirà d’overdose di eroina in The Needle And The Damage Done.
Canto questa canzone perché amo l’uomo/ So che qualcuno di voi non lo capisce…/ Ho visto l’ago e il danno compiuto/ Un po’ di questo è in ognuno/ Ma ogni drogato è come un sole che tramonta
In Alabama lancia un’invettiva antirazzista
You’ve got a weight on the shoulder that’s breaking your back/ your cadillac has got a wheel in the ditch and a wheel on the track
Tuttavia il disco lascia posto anche all’amore bucolico nella traccia Harvest che dà il nome all’album.
Dopo il successo del disco Neil vive pienamente la crisi causata dalla morte per overdose di Whitten e Bruce Berry. Questo sarà l’inzio di una travagliato viaggio verso i confini della sua anima, continuamente immersa nella solitudine e nella disperazione che annega nell’alcool e la droga.
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