Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “E duorme stella” – Enzo Avitabile
Debutta il 22 dicembre su Rai1 Natale in Casa Cupiello, il grande classico napoletano scritto da Eduardo De Filippo e interpretato da Sergio Castellitto e Marina Confalone.
“E andiamo, scarfiamo la colla, stammatina magnammo colla, altrimenti domani non è pronto il presepe… Quanno vene Natale è ‘nu castigo e’ Dio, colla, pastur’, puzz’ ‘e pittura”.
Concetta Cupiello
Sbuffa, già irritata alle 9 di mattina, Concetta. Il marito Luca, appena sveglio, la riempie già di chiacchiere e si preoccupa della colla da scaldare per fare l’amato presepe. Sono fra le prime battute di Natale in casa Cupiello.Un incipit che è nella memoria di tutti noi che, almeno una volta nella vita, abbiamo goduto della commedia per eccellenza di Eduardo.
Capolavoro di “amarezza dolorosa”. Così la definì lo stesso drammaturgo. Nei nostri occhi sono ancora vivide le scene della celebre versione televisiva del 1977 diretta dallo stesso Eduardo in cui recitava accanto al figlio Luca.
Ebbene, quest’opera del teatro classico napoletano si prepara a rivivere nuovi fasti, ma stavolta sul piccolo schermo. A 120 anni dalla nascita di Eduardo stesso. Le redini della regia sono state prese con coraggio e consapevolezza da Edoardo De Angelis. Il regista viene già da vari riconoscimenti fra cui il David di Donatello, nomination ai Nastri d’argento e premio Ciak d’oro 2017 per la sceneggiatura e la regia del suo film “Indivisibili”. I protagonisti della versione televisiva dell’opera sono Sergio Castellitto e Marina Confalone nei panni che furono di Eduardo e di un altro monumento del teatro. Sua allieva, collega e amica amatissima, Pupella Maggio.
Le riprese si sono svolte in cinque settimane, ovviamente a Napoli e il film evento sarà trasmesso il 22 dicembre in prima serata sulla rete ammiraglia della Rai.
Nel cast spiccano anche anche Adriano Pantaleo, Toni Laudadio, Pina Turco, con Alessio Lapice e con Antonio Milo. L’adattamento della commedia del 1931 è firmato da Massimo Gaudioso. La colonna sonora, malinconica e struggente, sarà affidata al Maestro Enzo Avitabile, ormai collaboratore fisso di De Angelis. Il regista conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’eternità indiscussa di Eduardo, la potenza della sua drammaturgia e della sua poetica che ha attraversato i paesi e i tempi, sdoganando ovunque la lingua napoletana in tutta la sua efficace musicalità.
Ma siamo pronti a scendere in strada? Si perché la cinepresa ci porterà fuori dal classico schema teatrale e non sarà più solo Casa Cupiello il set di questa intramontabile storia. Passeggeremo nei vicoli attorno. Costeggeremo un’edicola sacra. Saliremo e scenderemo scale. E, una volta rientrati in casa, la percorreremo stanza per stanza, corridoio compreso. Fra luci e ombre di una storia sempre più attuale.
“È un mondo più vivido ma al tempo stesso delicato: so che molte persone associano “Natale in casa Cupiello” alla propria infanzia. Non ho voluto tradire il ricordo di quell’età, prima della perdita dell’innocenza, di nessuno. Ho scelto di mantenere un certo garbo”.
Edoardo De Angelis – regista
Siamo a Napoli nel 1950. Il 25 dicembre si avvicina e Luca Cupiello prepara il presepe. Un patriarca mancato, un capofamiglia non riconosciuto che vorrebbe essere autorevole, ma fa solo una gran tenerezza. Costruisce il presepe in una dimensione parallela in cui si rifugia al riparo dalla realtà. Come un bambino troppo cresciuto. Nel presepe ogni cosa trova equilibrio, pace e la giusta collocazione e lui si acquieta. È la sua realtà immaginaria a cui si aggrappa con tutte le forze. Quella mistica rievocazione diventa la naturale trasposizione della sua famiglia ideale in cui ognuno ha il suo ruolo e tutto ruota secondo i canoni.
L’esatto opposto di ciò che Don Luca ha intorno. Una famiglia con le fragilità e le crepe di qualsiasi altra. Tradimenti, litigi, furti. Ma lui non vede. Lui non vuole vedere. Continua a costruire il suo presepe, ma a nessuno interessa. Non interessa al figlio Tommasino e nemmeno alla moglie Concetta che ha ben altro a cui pensare. Il pensiero più grande della donna è la figlia Ninuccia. Ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per il suo amante, Vittorio. Gli ha scritto una lettera per dirglielo.
Concetta, senza far capire nulla al marito, sottrae la lettera e riesce a evitare quella che sarebbe una sciagura e un disonore. Purtroppo però ha un malore per la troppa tensione e nella confusione la missiva capita nelle mani di Luca che, ignaro, la consegna al genero. Nicolino scopre così il tradimento della moglie e, proprio alla vigilia di Natale, con tutta la famiglia riunita, l’ingenua sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali. Così la realtà irrompe in casa Cupiello come un pugno in pieno petto.
Commuove la chiusura del primo atto della versione originale che si consuma nella tenera ingenuità degli uomini di casa che non hanno ancora compreso l’accaduto e nella straordinaria drammaticità del volto di Pupella Maggio.
Sergio Castellitto, grande orgoglio del cinema italiano fronteggia il gigantesco personaggio di Luca Cupiello con consapevolezza e determinazione. Lui romano, alle prese anche con un dialetto sul quale non ci si può permettere di sbagliare.
“Fare Natale in Casa Cupiello oggi credo sia un gesto artistico di grande modernità. Soprattutto per questa prima stagione post-Covid… La drammaturgia eterna, archetipa dei personaggi te la ritrovi tutta nelle relazioni famigliari di oggi. Edoardo De Angelis ci sta accompagnando per mano in questa gioielleria di emozioni, e noi lì a lucidare, per noi, per lui, per Eduardo”.
Sergio Castellitto
“In occasione della sua ultima apparizione in pubblico nel 1984, Eduardo disse che il suo cuore avrebbe continuato a battere anche dopo che si sarebbe fermato. Io oggi in questo luogo posso constatare che ha mantenuto la promessa”.
Edoardo De Angelis
Ma altri grandi artisti italiani si misureranno col genio dei De Filippo. È in lavorazione infatti il film di Mario Martone Qui rido io mentre Sergio Rubini dirigerà I fratelli De Filippo.
I loro due film avranno come nucleo pulsante dei mostri sacri dell’arte drammatica napoletana del ‘900. Abilissimi interpreti del lato comico della tragedia del vivere. La pellicola di Martone si focalizza su Scarpetta, padre naturale dei De Filippo, tra carriera artistica ed intricata vita familiare sentimentale. È interpretato da Toni Servillo, altra eccellenza partenopea che si è già misurato con la drammaturgia di Eduardo in scena. Mentre il film di Rubini si incentra sui suoi figli d’arte, appunto Eduardo, Peppino e Titina.
“Erano tre ragazzi che appartenevano ad una famiglia, apparentemente minore, che poi, invece, sono riusciti, con la forza del proprio talento, tenacia e abnegazione, a ribaltare il loro destino. Hanno affermato il loro cognome, che costituiva la loro ferita perché era quello della madre, e soprattutto sono riusciti a imporre una grande rivoluzione nel teatro, ad affrancarlo dalla matrice ottocentesca, ereditata del teatro paterno, e a rivolgerlo ad uno sguardo più realistico, al punto che Eduardo lo si può considerare tra i padri del Neorealismo”.
Sergio Rubini
Due pellicole attualmente in postproduzione. Due film come due viaggi, profondamente umani che andranno a pescare nell’intimo di veri e propri giganti dell’arte italiana.
Ma nel frattempo aspettiamo di goderci Natale in Casa Cupiello in tutta la sua modernità, martedi sera su Rai1.
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Orietta on 20 Dicembre 2020
Grazie Valentina! Per la tua bravura, per la passione e la professionalità che ti contraddistingue ogni volta. Leggerti è sempre un vero piacere!
Valentina Proietto Scipioni on 20 Dicembre 2020
Detto da te che mi hai insegnato tanto è un privilegio. Grazie davvero!