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Salute e benessere

Da dove nasce la fobia dei clown?

today23 Febbraio 2017

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“Coulrophobia”, o meglio, paura dei clown. È proprio questo il termine che più si addice a chiunque rabbrividisca al solo pensiero di trovarsi davanti ad un grosso, pomposo personaggio dal viso pitturato, l’abbigliamento eccentrico e per giunta potenzialmente armato di pistole ad acqua e quant’altro. Forse non tutti sanno che questa imbarazzante fobia colpisce una generosa fetta della popolazione, costituita anche da adulti: basti pensare ai risultati di uno studio condotto nel 2008 nell’Università inglese di Sheffield, in cui si chiese a 250 bambini e ragazzi, di età compresa tra i 4 e i 16 anni, che cosa pensassero dei clown; la quasi totalità rispose fermamente che essi erano per loro dei personaggi ambigui, spaventosi e di cui non ci si potesse assolutamente fidare.
E ancora, ad ulteriore dimostrazione che i pagliacci siano individui su cui far leva se si vuole terrorizzare per benino qualcuno, esiste un fatto di cronaca recente alquanto singolare: da Agosto negli USA si sono verificati svariati casi di avvistamenti di clown armati di coltelli, sguardi minacciosi, trucco rosso sul volto come fosse una grottesca colata di sangue, di cui alcuni sono arrivati persino ad inseguire o aggredire la gente! Sicuramente si trattava di persone comuni desiderose di giocare con l’emotività delle persone, consapevoli della diffusione che questa paura ha, ed è probabile che un ulteriore fattore che ha spinto i giovani a comportarsi così proprio in quel periodo sia stata una particolare ricorrenza, quella del 30° anniversario dalla pubblicazione del romanzo horror di Stephen King “It”, avente come protagonista il celebre pagliaccio.

Sono in molti -prevalentemente storici e psicologi- ad essersi interessati al fenomeno della Coulrophobia, e dal loro lavoro sono emerse due differenti ma entrambe valide teorie.

Dal punto di vista storico, per scoprire il tempo e il luogo più probabili a cui risale la nascita di questa fobia, bisogna fare un salto indietro nel tempo di migliaia di anni: è storicamente confermato il fatto che forme arcaiche di clown esistessero sin dai tempi dell’antico Egitto e della Cina, stiamo parlando del 2500 a.C.!
Vi sono moltissimi altri esempi distribuiti in epoche e civiltà differenti in cui era un vero e proprio mestiere quello di mascherarsi per onorare scherzosamente i defunti delle famiglie (archimimi, Antica Roma), o intrattenere nobili e sovrani prendendoli in giro o scimmiottando se stessi (giullari di corte, Medioevo).
Veniamo adesso al momento topico, quello in cui è emerso il lato oscuro dei clown: Londra, prima metà dell’Ottocento. Nei teatri londinesi debuttava l’attore Joseph Grimaldi, con un look a dir poco originale per l’epoca, fatto di cerone bianco sul volto, guance rosse, cresta riccamente colorata e braghe corte aderenti.
Pur deliziando il pubblico con vivaci battute di attualità e acrobazie, egli assunse ben presto il soprannome di “GRIM ALL DAY”, che significa “tetro tutto il giorno”, per via della sua esistenza tormentata da continue disgrazie familiari e dei lancinanti dolori derivanti dalle sue acrobazie, tutte cose che il pubblico sapeva.
Da allora, anche grazie ad altri inquietanti avvenimenti legati a clown, tra cui va citato l’assassinio di un ragazzo per mano del pagliaccio ottocentesco Jean-Gaspard Deburau, la gente vide con occhi diversi questi artisti, e si andò a formare in moltissimi il preconcetto che i pagliacci siano malvagi e spaventosi.

L’altra teoria, d’altro canto, è più semplice ma anche un po’ astratta, nel senso che non possiede prove tangibili o testimonianze storiche, ma solo una conferma a livello comportamentale.
Molti psicologi hanno motivo di credere che la diffidenza e la repulsione nei confronti di questi colorati personaggi sia semplicemente dovuta ad un meccanismo di difesa personale nei confronti del diverso e dell’ignoto.
La maschera che ciascun clown indossa, sempre così esageratamente e falsamente sorridente, è proprio lei che spinge a domandarsi che emozioni il pagliaccio provi realmente, quali intenzioni abbia. E, nel dubbio, meglio allontanarsi a passo spedito.

E voi, quale teoria accreditate di più?

Written by: Veronica Di Sero

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