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Musica

Musica italiana: è il D-day. Capienza piena!

today25 Settembre 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Abbiamo vinto un’altra guerra” – Motta

Si respira un’atmosfera tesa nell’aria. I promoters e le etichette discografiche usano toni da guerra, ma in realtà cercano di tendere la mano a Draghi per trovare un dialogo. La musica si ritrova faccia a faccia con un’amministrazione che preferisce tergiversare, rimandare i discorsi. Intanto con l’autunno alle porte e i concerti previsti per ottobre e novembre i locali navigano in un mare di incertezza.

Il DPCM che regolava le capienze quest’estate permetteva di fare concerti all’aperto con 5000 persone sedute e col distanziamento. Per fare 5000 posti in quelle condizioni ci vogliono due campi di calcio e mezzo. In Italia non esistono spazi del genere – Ferdinando Salzano, Friends&Partners

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Ferdinando Salzano di Friends&Parters lo chiama <<Il nostro D-Day>>. I principali promoter della musica italiana allo stadio di San Siro -impossibile non notare l’ironia- hanno spiegato le ragioni dell’appello a Draghi. Un gioco di forze collettivo che riunisce anche oltre 300 artisti italiani e alcuni stranieri, come Guns N’Roses, Genesis e Pearl Jam. Molti di loro hanno previsto lo stop italiano dei loro tour nell’estate 2022: sono ormai due anni che li stanno rinviando, perché per loro una riapertura al 50% o all’80% non è negoziabile.

I mantra sono sempre gli stessi che ripetiamo da giorni: 100% della capienza, nessun distanziamento ma con Green Pass e mascherine. Soprattutto fissare una data certa e un piano entro il 31 ottobre. Sono tutte condizioni necessarie ed essenziali affinché la stagione 2022 venga fatta. La data serve per riprendere l’organizzazione: il pubblico può tornare solo con la certezza che gli eventi si tengano. In tempi recenti non si era vista un’unione d’intenti tra i vari organizzatori.

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Le regioni hanno proposto 70/80% delle capienze, per poi ipotizzare la capienza piena a dicembre in base alla curva epidemiologica. Ci sono però tour sold-out da anni sospesi in un limbo che aspettano di essere fatti. Una capienza ridotta significherebbe lasciar fuori qualcuno, oltre che a ridurre sensibilmente gli incassi. È giunta l’ora di alzare la voce. Le richieste d’altronde non sono né rivoluzionarie né impossibili. Ora che le coscienze si sono un po’ svegliate, specie negli ultimi giorni dopo i comizi dei politici.

Siamo gli unici fermi. In Europa i Måneskin hanno fatto due festival in Belgio e Austria con 25 mila persone senza distanziamento, all’aperto, con Green Pass e mascherina. Sarebbe ora di svegliarsi.

Written by: Mariahelena Rodriguez

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