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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Brava” – Vasco Rossi
Da La ballata dei calzini spaiati del Piccolo Coro dell’Antoniano alla logica di calze nere, c’è un mondo che si svela e si racconta attraverso la musica. Nell’immaginario collettivo, tra le calze più famose, ci sono quelle della nonna di Mimmo – sora Lella, Carlo Verdone – nell’indimenticabile episodio del film Bianco rosso e Verdone -“io gliele taglierei ste gambe“!- E poi quelle, nere, di Mara- Sophia Loren – che toglie nell’iconico spogliarello in Ieri, oggi, domani.
Il gesto quotidiano di indossare calze e calzini la dice lunga su quello che ci apprestiamo a vivere o sul nostro modo di essere. I calzini colorati o neri – bianchi in rarissimi casi, mi raccomando! – vengono indossati dai più sportivi, magari la mattina, con le sneakers, proprio perché sono comodi e pratici. Le calze nere invece, velate o meno, sono femminili, eleganti, spesso seducenti. Ho scelto di raccontare, attraverso alcuni brani musicali, proprio di questo: dei passi che facciamo nella vita quotidiana, indossando anche calze e calzini e di come, gli altri che osservano, possano rimanere affascinati o impigliati nella rete delle calze più audaci.
“Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi. Le tue calzette rosse. E l’innocenza sulle gote tue. Due arance ancor più rosse”.
Le prime calze-tte che vengono in mente sono quelle rosse del primo amore, sembra di vederle, indossate dalla giovane ragazza con le gote ancora più rosse delle proprie calze, in quel momento, alle prese con l’innocenza delle prima emozioni vissute accanto ad un ragazzo. Il fil rouge, è proprio il caso di dirlo, è proprio il colore rosso che dalle calze accende il volto dell’amata e divampa poi nella gelosia quando diventeranno grandi e si rincontreranno.
“Ti sei accorta di me quasi per caso. Quasi per caso hai deciso poi di commettere un piccolo peccato. E quando sei riuscita a farmi cadere con la tua logica di calze nere, ti sei voluta prender gioco di me. Ti sei voluta divertire”.
La seduzione intrecciata nel filato di quelle calze nere diventano una logica vera e propria. Quella che racconta Vasco Rossi nella sua Brava. Qui non c’è il rosso della gelosia, c’è il nero della trappola nella quale l’innamorato cade. La donna, chissà quanto coinvolta in quel sentimento, sembra essersi divertita, ha voluto giocare. Il risentimento per quella persona che ha strapazzato un amore giovane, tinge di tinte scure ogni pensiero. L’uomo è deluso, da lei, ma forse anche da se stesso che ci è caduto con tutte le scarpe. In quella logica di calze nere…
“Ci sono le tue calze rotte la notte in cui ti sei ubriacata. C’è ancora lì sul pianoforte una sciarpa blu. Ci sono le tue carte e il tuo profumo è ancora in questa casa. Proprio lì dove ti ho immaginata …c’eri tu”.
Un abbandono, una storia interrotta, sospesa. Tutto parla di lei che è andata via, l’assenza si fa presenza. E qui le calze sono rotte, non importa di che colore siano, sono rotte come si è rotta la loro storia d’amore. Quelle calze lasciate lì, quella notte e poi una sciarpa sul pianoforte e il profumo. Tutto parla di lei che non c’è. Il testo del brano è una parabola, un percorso che diventa catarsi, attraverso gli oggetti e i ricordi, e alla fine c’è l’accettazione dell’assenza. L’amore ora, lui lo tiene solo per sé – per amare di nuovo un giorno… e nel frattempo mangia chili di marmellata, l’ha trovata, quella che nascondeva lei.
“Quel che vale in una relazione è quando vai a comprare le calze. Il pensiero che staresti meglio se ci fosse lei. Sostanzialmente passar del tempo assieme perché questo fa star bene e poco altro. Io non capisco la complessità delle altre cose”.
In questo brano le calze diventano un pretesto per stare insieme. Per ritrovare anche nei gesti più semplici, di una quotidianità vissuta uno accanto all’altra, un momento di affiatamento e di magia, senza complicazioni. La differenza è proprio lì, nella condivisione: “il pensiero che staresti meglio se ci fosse lei”.
La teoria delle calze nere ci avvolge nella seduzione di un desiderio, nell’eleganza di un progetto, nella pratica comodità del “nero che sta bene su tutto”. Il percorso nella Musica da indossare continua… E ci vestirà di note e di emozioni in tutte le taglie e in tutti i colori.
Written by: Orietta Giorgio
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