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Della Cina sappiamo molto: il cibo, alcune tradizioni particolari, il numero di abitanti – quello colpisce sempre nel segno… – . Ma, nonostante ciò, è difficile che qualcuno conosca bene il suo sistema scolastico. Non è così distante rispetto al modello occidentale, ma presenta delle differenze interessanti. Con alcune di esse, per esempio, sarebbe interessante fare un confronto con il nostro tipo di scuola, per capire se si può prendere ispirazione o se è il caso di lasciare le cose come stanno. Sicuramente, l’istruzione, in Cina, viene considerata una priorità, perché l’obiettivo è quello di offrire agli studenti un’educazione a trecentosessanta gradi, per garantire loro un futuro brillante.
“L’istruzione è un tesoro che seguirà ovunque il suo proprietario.”
– Proverbio cinese
E direi che con questa citazione, abbiamo reso l’idea.
I cicli di istruzione non differiscono molto rispetto all’Italia: dai 6 ai 12 anni, i bambini frequentano la scuola primaria. Segue la scuola secondaria inferiore, dai 12 ai 15 anni. Qui termina la scuola dell’obbligo, stabilita in una legge, per ridurre gli alti tassi di analfabetizzazione, soprattutto nelle aree più rurali. Questo periodo di apprendimento si rivela molto proficuo, in quanto vengono insegnate discipline come cinese, matematica, educazione fisica, scienze, arte e informatica. Insomma, si può definire un’offerta formativa piuttosto completa. Ma c’è una grande differenza con il nostro sistema: la giornata scolastica inizia alle 7:30, con la tradizionale pratica del Taiji Quan, nel cortile della scuola. Beh, una bella sessione di attività fisica per cominciare col sorriso. – e io che mi lamentavo di avere educazione fisica in prima ora una volta a settimana…-
Le lezioni, generalmente, iniziano alle 8:00 e terminano alle 17:30, con una pausa pranzo e un’ora di ulteriore attività fisica. – eh sì, lo sport è piuttosto importante… – Rimanere a scuola così tanto può essere un vantaggio sia per i genitori che lavorano che per i bambini, che così possono finire i compiti a scuola. Tuttavia, tenerli fino ad un orario così tardo in classe potrebbe portarli ad una mancanza di sufficiente socializzazione e divertimento, che, a quell’età, è indispensabile.
Dopo la scuola dell’obbligo, dai 15 ai 18 anni si frequenta la scuola secondaria superiore, che può essere di due tipi:
Successivamente, come in Italia, si procede, per chi può e vuole, con l’istruzione alta, che può consistere o in uno studio universitario o in accademie tecniche e professionali.
Ma il passaggio tra scuola secondaria superiore e università non è rose e fiori come potremmo immaginarci, perché se noi abbiamo l’esame di Maturità, in Cina hanno un incubo ancora peggiore: il Gaokao.
Eh già, a quanto pare non siamo gli unici a dover passare pomeriggi – e notti – interi a studiare per la Maturità. In Cina, addirittura, fin da quando si è bambini si cresce con l’idea che lo scopo ultimo dell’istruzione sia questo esame finale, che funge anche da test di ammissione alle università, perché senza di esso non si può far nulla.
Viene considerato uno tra i test più difficili al mondo e non voglio immaginare lo stato d’animo degli studenti il giorno prima. Per superare brillantemente l’esame, possono servire fino alle 16 ore al giorno di studio. – sì, significa passare tutto il tempo che stiamo svegli a studiare.- Per questa ragione, nelle scuole migliori vengono messe a disposizione ore di studio pomeridiano, oltre l’orario curricolare e altre ore preziose la mattina, prima dell’inizio delle lezioni. Ma non finisce qui: il punteggio ottenuto, infatti, funge da spartiacque. Un risultato eccellente implica la possibilità di entrare in una delle migliori università del Paese.
Tuttavia, nonostante l’apparenza possa sembrare meritocratica e perfetta, l’ansia e la pressione che fin da piccoli viene trasmessa agli studenti è davvero notevole e potrebbe rischiare di danneggiarli. Oppure, peggio ancora, far perdere loro di vista il vero scopo della formazione scolastica. Perciò caricare eccessivamente di angoscia e di aspettative questo evento potrebbe non avere l’effetto desiderato.
Ora che avete una panoramica più completa del tutto, potrete capire qual è il vostro pensiero e, confrontandolo con il sistema scolastico italiano, potrete trarre le vostre conclusioni.
Scritto da: Benedetta Bini
Written by: Aurora Vendittelli
Tempo di lettura 1 minuti
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