La notizia di oggi affronta un argomento aperto ormai da tantissimo tempo, ossia quello dell’utilizzo dei “big data” da parte di aziende e ricercatori per gli scopi più variegati. Nello specifico, oggi parliamo di IBM, che ha utilizzato milioni di volti presi da diversi profili Flickr per “allenare” un’Intelligenza Artificiale al riconoscimento facciale.
Quella del riconoscimento facciale è una tecnologia in uso ormai da diversi anni, ma che risulta ancora giovane ed immatura. Queste Intelligenze Artificiali sono utilizzate per le finalità più disparate: dallo sbloccare il cellulare al riconoscere l’identità dei criminali attraverso le telecamere di sorveglianza.
Resta un problema: le IA richiedono un training per funzionare in maniera efficiente, così IBM ha deciso di utilizzare queste librerie di immagini pubblicate con licenza Creative Commons, lasciando gli utenti che hanno postato quelle immagini totalmente all’oscuro. Non solo, questi dati sono stati poi comunicati ad istituti di ricerca ed università, violando in qualche modo la privacy dei soggetti.
IBM si è voluta difendere ribadendo come per l’azienda sia fondamentale la tutela della privacy, e che gli utenti di Flickr, le cui foto sono utilizzate dall’IA, possono chiedere di essere rimossi. Inoltre, l’azienda afferma di aver utilizzato immagini di persone appartenenti a diverse etnie senza alcuno scopo di carattere razziale, bensì per perfezionare ancora di più il software al riconoscimento di individui di età, sesso, colore della pelle e particolari differenti.
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