Tra i 50 e i 55 milioni di elettori in tutti gli Stati Uniti d’America hanno votato per il rinnovo di 435 seggi della Camera e 35 del Senato, di 39 nuovi governatori e alcuni sindaci. Democratici vs Repubblicani: un nuovo record per le elezioni del midterm.
Prima di tutto, è bene conoscere appieno la distinzione tra i due partiti.
Il Partito Repubblicano, il Republican Party, noto anche come GOP, Grand Old Party, è di stampo conservatore: generalmente identificato con il centro-destra, viene fondato nel lontano 1854 per porre fine al sistema schiavistico del Sud.
Con le parole di Rita Hauser:
“Noi siamo il partito dell’establishment, moderato, come i conservatori in Gran Bretagna. Persone che lottano per il buon governo, per difendere la Costituzione, tenere i conti a posto.”

Secondo l’ex ambasciatrice all’Onu per gli Stati Uniti, nonché Consigliere di Bush ed Obama nell’Intelligence advisory board, il partito sarebbe da rifondare dopo il mandato di Donald Trump, che “non raffigura niente di quello che un repubblicano rappresenterebbe.”
Invece, il Partito Democratico, il Democratic Party, viene fondato da Thomas Jefferson nel 1792: di stampo progressista, si ispira ai principi del liberalismo americano.
Le elezioni del midterm, come suggerisce il termine stesso, si svolgono a metà del mandato del Presidente, in carica per 4 anni. In molti le hanno volute interpretare come un referendum sull’operato di Trump, fortemente contestato sia sul versante democratico che su quello repubblicano stesso.
Queste votazioni risultano fondamentali: gli americani eleggono i deputati del Congresso, composto da Camera e Senato, che possiedono il decisivo compito di approvare o contrastare i provvedimenti legislativi.
I RISULTATI
Paul Ryan, ex presidente della Camera dei rappresentanti, congratulandosi con i democratici per i buoni risultati ottenuti, ha colto l’occasione per sottolineare la critica situazione del paese:
“Non abbiamo bisogno di un’elezione per sapere che siamo una nazione divisa e ora abbiamo una Washington divisa. Come Paese e come governo dobbiamo trovare un modo per unirci e trovare un terreno comune e costruire i successi di questo Congresso.”
UNA SVOLTA IMPORTANTE
Ciò che stupisce, e rincuora conseguentemente, è la straordinaria rivalsa sociale che ha caratterizzato queste elezioni: sul versante democratico, infatti, si sono candidati molti afroamericani, latino-americani, esponenti della comunità Lgbt e donne; fra i repubblicani, invece, 3 candidati su 4 erano uomini bianchi, con nessun nero o latino aspirante governatore.
Secondo il New York Times, la percentuale dei candidati bianchi è a quota 58, una delle più basse di sempre.
In totale, sono state 272 le donne, di cui 84 afroamericane; mentre neri, latini-americani e asiatici 215, gli esponenti Lgbt 26.
LE DONNE DELLA STORIA

Sharice Davids è il primo membro della Camera dei Rappresentanti ad appartenere ad una tribù di nativi americani, quella degli Ho-Chunk Nation, nonché prima donna eletta della storia del Kansas dichiarata omosessuale. Ha battuto con successo il repubblicano Kevin Yoder.

Deb Haaland, nativa americana appartenente alla tribù Laguna Pueblo, ha trionfato in New Mexico. Da tempo porta avanti una campagna di sensibilizzazione al problema dei cambiamenti climatici e dell’ineguaglianza dei redditi.
“In 230 anni, non c’è mai stata una donna nativa americana al Congresso, non mi sono mai vista rappresentata dal nostro governo.

Alexandria Ocasio-Cortez è la deputata più giovane ad essere mai stata eletta al Congresso. A 29 anni è riuscita a vincere a New York con un programma elettorale che verte sull’assistenza sanitaria, riforme del lavoro e sull’immigrazione.
“In una società moderna, giusta e ricca, nessuna persona in America dovrebbe essere troppo povera per vivere”

Ayanna Pressley è la prima donna afroamericana eletta nel Massachusetts: incredula si mostrava allo spoglio elettorale delle primarie mentre si teneva la testa fra le mani ripetendo ‘Oh my god, oh my god’, consapevole di aver battuto lo storico repubblicano Mike Capuano, al Congresso da circa 20 anni. Senza alcun altro candidato da battere, quindi, da questa notte Ayanna Presley rappresenta il futuro dello Stato americano.
“Non sono venuta qua per tenere un discorso di vittoria, lo farò soltanto quando tutti godranno di diritti come equità, giustizia e uguaglianza.”

Rashida Tlaib, figlia di immigrati palestinesi, è la prima donna musulmana ad essere eletta al Congresso per la Camera del Michigan.
“Sono una donna orgogliosa di essere musulmana e noi ci dobbiamo opporre ad ogni tentativo di dividerci con politiche discriminatorie.”

llham Omar, una rifugiata somala, ha vinto nello Stato del Minnesota, diventando così la seconda musulmana deputata al Congresso ma anche la prima ad indossare l’hijab.
“Sono così contenta che siamo di nuovo tutti qui riuniti per fare la storia. Sono la prima donna di colore, la prima rifugiata e la prima a indossare l’hijab nel nostro Stato!”
Nadia Piccioni on 8 Novembre 2018
Seguo la vostra radio da tempo e leggo i vostri articoli;, che trovo sempre interessantissimi. Volevo solo dirvi: “CONGRATULAZIONI” siete giovani di grande talento!!!