Sono trascorsi dieci anni da quel terribile 25 giugno: “Michael Jackson si é spento” riecheggia ancora nella mente di tutti.
La morte di una star di questo calibro porta ad interrogarsi sull’eredità che ha lasciato alla musica, sopratutto alla distanza tra il suo modo di fare arte, irraggiungibile, e l’influenza sulla nuova scena musicale.
Michael, che ha accompagnato intere generazioni con le sue performance, veri quadretti di stile e musica. Sì, le sue le possiamo definire performance in piena regola, dato che non si limitava a cantare, ma la sua era una vera e propria sfida a chi, guardando incredulo i suoi passi, cercava invano di imitarlo.
Chi non ha provato a fare almeno una volta il moon walk? Visto da lui sembrava così facile, era in grado di attrarre l’attenzione di tanti spettatori per quei movimenti semplici all’apparenza, dietro cui si nascondevano mesi e mesi di prove. Affiancato da un corpo di ballo straordinario, le sue coreografie hanno sbalordito e continuano a stupire ancora oggi milioni di persone. Carisma, una presenza scenica impeccabile, voce straordinaria: assistere a un suo concerto significava prepararsi all’imprevedibile.
Lui che con la previdibilità non aveva molto da spartire, dopo aver calcato le scene musicali con i Jackson 5 e l’inizio della svolta solista nel ‘78, non era scontato che potesse continuare una carriera all’insegna di successi intramontabili. Invece ha sbaragliato la concorrenza, collezionato primi posti in classifica, guadagnato record, fatto impazzire i “cavalcatori delle piste” che in quell’epoca ricordano bene l’influenza.
Tuttavia la forza della sua musica è ben presto uscita dall’ordinario universo artistico per incontrare le grandi iniziative umanitarie con il progetto “We are the world” e concerti i cui incassi venivano devoluti alle popolazioni svantaggiate.
Micheal Jackson verrà senza dubbio ricordato come l’artista più grande di tutti i tempi: da Thriller a Bad, da Black or white a Smooth criminal, fino alle ultime uscite post mortem, rimane una figura intramontabile, punto di riferimento per gli artisti del suo tempo e i nuovi arrivati.
Si sente la sua grande perdita e, sebbene la sua ampia produzione permetta di colmare in un modo o nell’altro un vuoto tale, Micheal, we want you back!
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