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Bentrovati, amiche ed amici di voicebookradio.com, ad un nuovo appuntamento con Mentre Cammini!
Come ogni volta, nel nostro appuntamento settimanale, analizzo differenze e somiglianze nella quotidianità di due Paesi così vicini e comunque diversi.
Oggi in particolare, però, voglio spingermi ad un livello superiore e raccontarvi quella che è l’unica cosa che tutti qui abbiamo in comune, o quasi…
Di che si tratta? Ma della lingua franca per eccellenza, a Berlino come in giro per il mondo: l’inglese.
Naturalmente, ad essere divertente ed estremamente interessante non è l’atto di parlare in sé.
Vincere la timidezza e la frustrazione dei primi giorni è fondamentale per poi prendere il giusto ritmo ed essere in grado di esprimersi.
La vera sfida però è un’altra, inaspettata seppur prevedibile. Infatti un piccolo particolare che spesso viene dimenticato è proprio il fatto che l’inglese è la lingua franca di popoli tra i più disparati tra loro.
Qualche esempio? Nelle ultime settimane mi è capitato di chiacchierare con persone provenienti dall’India, piuttosto che dalla Giordania. Dall’Ucraina fino all’Argentina (per davvero!).
Come potete immaginare ognuna di queste persone, così come tutte le altre e come facciamo “noi italiani”, parla una sua versione dell’inglese, costituita in varie percentuali da educazione canonica, serie TV e canzoni, predisposizione individuale…
Le dinamiche a cui ho assistito quando si è tutti seduti attorno ad un tavolo, sono alcune delle più comiche e spontanee che si possano creare.
Immaginate una conversazione qualsiasi in inglese che, al momento topico del racconto, subisce una brusca frenata per l’intraducibilità (reale o apparente) di un termine.
Da quel momento comincia una caccia alla parola degna delle partite più sentite di Taboo, con ognuno alacremente impegnato nella scoperta della Parola Magica.
A volte si giunge ad una conclusione per via descrittiva, talvolta è necessario il supporto di un altro parlante della stessa lingua di chi sta raccontando la storia (un indiano o un giordano, per esempio) che con un lampo di lucidità è in grado di tradurre la Parola Magica.
Al netto delle difficoltà, iniziali e non, che parlare una lingua diversa dalla propria quotidianamente ci sottopone, il fatto che si tratti di una lingua aliena per la stragrande maggioranza di chi la parla, rappresenta sia una sfida che un pungolo a migliorarsi.
Tra le tante differenze, il modo in cui parliamo l’unica lingua che abbiamo in comune è e sarà una delle esperienze più affascinanti di sempre.
Written by: Ruggero Roccasecca
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