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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “30/90” – Andrew Garfield
Tik. Tok. Tik. Tok.
Non vorrei mettervi ansia, ma l’ora dell’orale è giunta. –Si, amo mettere ansia alle persone, non l’avevate capito?-. Parlando di tempo…mi sembra giusto che sia l’argomento di oggi. Scatti in bianco e nero o di quel marroncino tipico delle prime fotografie? Nessun problema, sono foto d’epoca, si possono collegare al tempo che passa.
La scelta cruciale è scegliere se parlare di Joyce o di Berson in inglese, poiché entrambi sono cruciali nella teoria del tempo che si sviluppa tra la fine dell’età vittoriana e la Guerra.
Piccolo ripasso: il tempo fisico ha delle tappe prestabilite, un bambino per arrivare dal suo terzo compleanno al quinto deve passare per il quarto; il tempo mentale invece non è così e possiamo scegliere liberamente di vivere un ricordo di quando stavamo al secondo anno di liceo, poi la nascita di nostra sorella e infine cosa abbiamo mangiato ieri a cena.
Questa teoria è di Berson, ma Joyce è uno degli esempi più lampanti di come questa possa venir usata in letteratura. Se si sceglie lo scrittore, si passa poi facilmente a parlare de La coscienza di Zeno, visto che Svevo ha avuto dei contatti con Joyce al momento della stesura del libro. Se non volete, potete scegliere letteralmente qualsiasi autore, poiché tutti hanno menzionato il tempo almeno una volta. E anche italiano si spunta dalla lista.
Possiamo poi parlare di come il tempo non vada sprecato, perché non è mai abbastanza, e tirare in ballo Seneca e fare felice la professoressa di latino. Anche perché si può fare un lungo discorso sullo spreco del proprio tempo. –Ma non fatemi entrare nei dettagli, perché altrimenti non la finiamo più e non siamo qui per leggere le mie teorie strane-.
Sempre su questo concetto ci sono le rocce, per scienze della terra, che si formano dopo un lunghissimo -con otto u, tredici i, venti s e due m– periodo di tempo; e il circuito in corrente alternata, per fisica, visto che si basa su un intervallo di tempo e si può parlare anche della misura del tempo, indispensabile nei calcoli.
C’è un filosofo che è stato visto in modo differente in base al tempo da cui lo si guardava. Si, sto parlando di Nietzsche. Dopo la sua morte, le sue teorie sono state “nazificate“, per appoggiare il totalitarismo di Hitler, e poi “denazificate” dopo la Seconda Guerra Mondiale. Capita a fagiolo parlare della Guerra e dei totalitarismi, ma anche di come questa sia stata un acceleratore sociale o di come le due Guerre Mondiali siano state percepite come una il continuo dell’altra.
Infine possiamo parlare degli orologi sciolti di Dalì, se sono stati studiati. Oppure Tempo in quanto quarta dimensione nel movimento cubista. O di come l’arte rifletta sempre il tempo in cui si vive, e quindi un po’ di tutto alla fine.
Guardate che ora si è fatta! Il Break è finito, good luck.
Written by: Aurora Vendittelli
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