Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano “New Light – John Mayer”.
Già settimane fa, tramite i social, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si era espressa contraria a un’immediata riapertura degli istituti scolastici.
A mio avviso riaprire ora le scuole, per poche settimane, mentre il Paese conta oltre 500 morti al giorno per il Coronavirus, rischierebbe solo di vanificare gli sforzi fatti. Dobbiamo fare ancora qualche sacrificio per poter tornare a scuola nello stesso modo in cui ci andavamo prima. […] Intanto dobbiamo sostenere studenti e docenti nella didattica a distanza e soprattutto dobbiamo aiutare le famiglie in questa fase così impegnativa.
Ieri la stessa ministra ha presentato in conferenza stampa le tre ordinanze riguardanti la Maturità, con allegato il protocollo sicurezza e la convenzione con la Croce Rossa, l’esame di terza media e i criteri di valutazione. Il testo, ora definitivo, è stato discusso con i sindacati ed è passato al vaglio del Consiglio superiore della pubblica istruzione, che ha espresso alcuni pareri correttivi.
Non ci sono novità sostanziali: “l’obiettivo è far tornare gli studenti a scuola, ma ora è troppo rischioso”, ha detto la portavoce del Miur.
Intanto il test per il rientro tra i banchi sarà la Maturità, che viene confermata in presenza dal 17 giugno, compatibilmente con l’andamento del contagio. Oltre 500mila studenti saranno convocati uno a uno, studenti insieme ai docenti: sei per ogni commissione, tutti membri interni, più i presidenti esterni, ma tutto avverrà in estrema sicurezza. Verranno disposti dispenser per l’igiene delle mani agli ingressi, distanza di due metri tra candidato e commissione e mascherina, oltre alle pulizie quotidiane affidate al personale interno. “Gli esami saranno in presenza perché sono un momento importantissimo che mai mi sarei sentita di togliere ai nostri studenti, a maggior ragione in un momento in cui l’Italia sta ripartendo”, ha giustificato la Azzolina.
Tuttavia la parlamentare ha precisato: “Tenere le scuole chiuse ha permesso salvare vite umane e questo non ha prezzo”. Per questo motivo, se l’andamento della pandemia peggiorerà da qui a un mese il ministero ha già pronta l’alternativa dell’ esame in videoconferenza. L’eventuale decisione sarà presa secondo “un monitoraggio costante” e dettagliato.
La prova sarà un colloquio orale che durerà un’ora. Rimane l’elaborato di partenza, una tesina che verterà sulle discipline di indirizzo e perciò sulle materie che avrebbero dovuto caratterizzare la seconda prova scritta. Poi la discussione sul testo di italiano e sul resto delle discipline. Non c’è scritto nell’ordinanza, ma è il ministro dell’Istruzione in persona a chiederlo ai professori: “Mi piacerebbe che durante il colloquio gli studenti, nell’ambito di cittadinanza e costituzione, abbiano la possibilità di parlare di come abbiano vissuto l’esperienza del coronavirus“. Per quanto riguarda il punteggio, gli studenti potranno partire da un massimo di 60 crediti maturati nel percorso scolastico degli ultimi tre anni. Il colloquio varrà un massimo di 40 punti e chi lo meriterà potrà aspirare alla lode.
Per quel che riguarda le classi non finali, la valutazione avrà un sistema diverso: si ripartirà a settembre con le insufficienze riportate nei relativi documenti. Tuttavia gli studenti avranno diritto di recuperare “perché abbiamo attraversato una tempesta”. Ci potranno essere bocciature, “ma solo in casi circoscritti”. Sarà necessaria una decisione all’unanimità, sia nel caso di impossibilità del consiglio di classe di considerare la presenza dell’alunno durante le elzioni online, che per provvedimenti disciplinari gravi.
Per gli esami di terza media gli studenti dovranno scrivere un elaborato, discuterne online con il consiglio di classe e infine saranno valutati in consiglio di classe. Il tutto avverrà entro il 30 di giugno.
Nella scuola primaria l’ordinanza conferma che rimarranno i voti in numeri. Ma il dibattito è aperto per la reintroduzione dei soli giudizi come prima del 2017.
A proposito della riapertura delle scuole a settembre ci sono ancora molte ipotesi sul tavolo, ma nessuna è stata confermata. Continua il lavoro coordinato con le Regioni per stabilire una data ma non c’è nulla di certo. Si sta lavorando ad allargare gli spazi scolastici anche ad altri luoghi, nei musei, all’aperto. Lucia Azzolina ha dunque ribadito:
Il nostro obiettivo è quello di riportare gli studenti a scuola. E sarà l’occasione per migliorare la scuola, non dico per avere la scuola dei miei sogni ma per migliorarla sì. Vogliamo immaginare una scuola aperta, nuova, non per forza chiusa in un edificio: per questo utilizzeremo di più tutti gli stake holders della scuola, cioè oltre agli enti locali le associazioni di volontariato che già collaborano con le istituzioni”.
Infine fondamentali saranno le misure di sicurezza, sia per lo svolgimento degli esami in presenza che per il futuro rientro a scuola. Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico scientifico, ha detto: “Si può pensare ad ingressi scaglionati e a ridurre il numero studenti per classe. Stiamo aprendo musei, ristoranti, spiagge: sulla scuola sarà un esercizio di studio continuo e di ipotesi”.
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