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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Arrivano i Prof” – Rocco Hunt
In questi giorni non si parla d’altro. Sono iniziati gli esami di maturità e, istintivamente, ognuno di noi torna con la memoria a quei lontani giorni di giugno e luglio in cui anche noi siamo stati alle prese con questo “rito di passaggio”. E ricordiamo gli scritti, gli orali e quelle infinite giornate di studio o pseudo-studio insieme ai nostri “compagni di sventura”.
Ho raccolto molti dei vostri messaggi arrivati in radio e li condivido con voi in una carrellata dolceamara. Un misto di malinconia e leggerezza insieme. In fondo i ricordi di scuola ci accarezzano sempre un po’ il cuore.
C’è chi ricorda meglio gli orali, chi conserva immagini indelebili riguardo gli scritti. Una gaffe l’abbiamo fatta più o meno tutti. Godiamocene qualcuna insieme.
“Arrivai tardi alla seconda prova. Era quella di matematica e l’unico posto rimasto libero era in prima fila. Praticamente sotto la cattedra. Ancora sogno di notte l’angoscia di quel momento e mi rivedo lì che sto cercando di copiare dal bigliettino”. – Alex, maturità 1997 – Roma
“Un mio compagno che aveva già consegnato il suo scritto, aveva lasciato la versione di latino tradotta in bagno. Lo sapevamo tutti, ma l’unica che non é andata in bagno nonostante i duemila modi nei quali hanno cercato di farmelo capire fui proprio io. Il genio!”. – Loretta, maturità 2004 – Cagliari
Ora guardiamola pure dal lato dei professori. Non siamo stati gli unici a dover sopportare sessioni interminabili di esami col caldo di luglio. Qualcuno di voi si è accorto della loro “sofferenza”.
“Ero l’ultimo candidato dell’ultimo giorno. La fortuna è sempre stata dalla mia parte. Erano le 3 del pomeriggio. In Sicilia, a luglio, con 40 gradi. I prof erano stremati, non mi ascoltavano manco di striscio, tenevano aperti gli occhi per inerzia. Guardavano con lo sguardo fisso il soffitto o le finestre in attesa di vedere la Madonna penso. Il professore di filosofia/storia era in catalessi. Ho recitato la tesina come il Padre Nostro. Zero domande, zero convenevoli, mi hanno a malapena salutato… finito tutto me sono andato al mare. Fine”. – Gianluca, maturità 1998 – Messina
“Un mio amico prima del mio turno mi fece una serie di domande di ripasso, che di solito non fanno altro che confonderti di più. Le stesse identiche domande me le fece la commissione 20 minuti dopo. Io e il mio amico eravamo allibiti e abbiamo brindato alla botta di fortuna! Memorabile!” – Alessandro, maturità 2001 – Roma
Matematica “benedetta”… croce di molti, delizia di pochi “eletti”. Molto pochi…
“Durante lo scritto di matematica prof si avvicina e mi chiede: “Come sta andando?”. Chiedo a mia volta: “Quella davanti a me come va?”. “Ha fatto tutto correttamente” risponde il prof. “Allora va tutto bene!!!” concludo io”. – Alessia, maturità 2007 – Pisa
“Ultima a consegnare del liceo intero la seconda prova: matematica! Ero così disperata che scrissi piccolino a matita “abbiate pietà di me”. Ora rido, però ero terrorizzata. Ho ricordi indelebili degli anni più spensierati della vita!” – Serena, maturità 2009 – Perugia
Abbiamo avuto tutti il prof che ci ha aiutati o il compagno/a che ci ha suggerito o passato il compito. Non sono tutti cinici ed egoisti, dai …
“Mi esplose la coca cola per il caldo, durante lo scritto di italiano. Ovviamente ero al primo banco, davanti alla cattedra della commissione. Ricordo solo la mia prof di latino accucciata sotto di me ad asciugare a terra che mi diceva “Zitta e non perde tempo, scrivi”. – Martina, maturità 2011 – Roma
“Mentre passavo la versione di latino ai compagni dietro di me, quella seduta davanti decise di alzarsi di colpo dal posto. Restai “scoperta” ma non mollai!” – Roberta, maturità 1999 – Gaeta
“Seconda prova, latino. Arrivo in corridoio, io e il mio compagno di banco entriamo di corsa, ma finiamo per essere i primi della fila. Non c’è modo di copiare qualcosa. La presidente apre la busta, prende la versione ed esce SENECA. Io e il mio compagno di banco ci abbracciamo. È felicità. È gioia. È Seneca”. – Ludovica, maturità 2007 – Lucca
“Ero così agitata che quando mi chiesero il documento d’identità risposi “scusi può ripetermi la domanda?” – Angelica, maturità 2006 – Napoli
In poche parole uno strafalcione, una figuraccia, almeno una, ce la ricordiamo tutti. Che sia stata nostra o di altri. E, a molti anni di distanza, ricordiamo quei momenti con tenerezza, senza nemmeno più imbarazzo. Quindi, cari maturandi 2022, non vi allarmate se farete qualche brutta figura, fra qualche tempo potrete raccontarla con l’epicitá di un’avventura cavalleresca. E sarete subito “eroi”!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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