Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sono un orso” – Loqi
Il tempo delle restrizioni, ha chiuso le porte agli artisti di strada. Ma nelmondo della street art c’è un handpan che continua a viaggiare tra piazze e luoghi esotici fra il concreto e il virtuale.
Il Busker del futuro arriva online, sulla piattaforma Twitch, pronto a sciogliere le corde di una nuova vibrazione musicale. Voicebookradio.com vi condurrà in un nuovo viaggio, alla scoperta della musica in strada, intervistando Loqi, il nuovo busker 4.0. Un artista sognante all’interno del mondo virtuale.
Loqi, il nuovo busker 4.0
Il mestiere del busker muove i primi passi in era mussoliniana. Il dittatore concesse loro, nel testo legislativo T.U.L.P.S in vigore ancora oggi, di esercitare il proprio mestiere sulla strada.
“Penso che proprio in questo scambio sottile risieda la bellezza dell’arte di strada. È unica per questo motivo, è una biografia in istantanee. Sulla strada non hai storia, puoi essere semplicemente qualsiasi cosa desideri”.
Racconta così Leading Guy, cantautore folk nato sulla strada ed ora artista di fama internazionale.
La maschera degli Street artists rimarrà un’identità intrisa di mistero. Loro raccontano storie, incantano con magie o disegni. Non importa quale sia la loro storia. Ciò che conta è comunicare con la musica attraverso la fantasia.
Loqi, il misterioso viaggiatore dall’indole sognante, ci insegna ad oggi, nel duro periodo storico in cui viviamo, come la musica sia “accarezzata” via web.
Prima il canto, poi due anni di studio del pianoforte. Fino alla chitarra da autodidatta e alla passione per la musica techno ed elettronica. Ora Loqi scrive le sue canzoni ed autoproduce i propri album, quattro in totale con un record di duemila copie per il più venduto.
Ad oggi continua a “musicare” tra le sue quattro mura, complice il mondo virtuale del web, seguito da un pubblico internazionale.Dall’Australia alle Hawaii e così via.
Tre domande a Loqi
Per voicebookradio.com oggi intervisto Loqi, per addentrarci insieme in un mondo bizzarro e rivoluzionario. Per comprendere come possa prender vita, ad oggi, la musica di strada sulla piattaforma virtuale.
Loqi, busker professionista, com’è nata la tua idea di lanciarti nella carriera di artista di strada, nel segno del cappello? Agli esordi del percorso hai preso un modello a cui ispirarti?
“Ho deciso di iniziare a suonare per strada nel 2013 come reazione alla quasi impossibilità di trovare spazi adeguati, e retribuiti, nei locali. Non sono mai stato un musicista inseribile con precisione in una categoria, e questo mi ha penalizzato. Non trovando spazio, ho deciso di trovarlo da solo“.
“Mi sono informato su regole, permessi e festival e dopo un po’ di studio del mio primo progetto da strada –il Teqnobusker , suonavo e suono ancora musica elettronica dal vivo– nel 2014 mi sono letteralmente buttato.
Ho analizzato la carriera di altri busker che mi piacevano, uno su tutti “Tribalneed”, ovvero Riccardo Moretti, e ho capito che la cosa si può fare. O meglio, si poteva“.
Raccontaci i pro ed i contro della musica live portata dalla strada al web.
“Beh sul web, in particolare su Twitch, dove ho il mio canale, è tutto molto bello. La sensazione più piacevole è quella di unire persone di ogni parte del mondo nella stessa chat, accumunate nel momento solo dallo stare insieme a godersi un po’ di musica e chiacchiere.
Ovviamente manca il vero contatto umano della strada, che resta insostituibile. Il mio spazio su Twitch è come una sorta di incrocio tra una performance da strada –dove chi ascolta può abbonarsi al canale e lasciare offerte–, e uno show radiofonico.
Il lato negativo è lo stesso per entrambe le situazioni, strada e web: quando non passa nessuno, oltre a non guadagnare canti da solo e ti senti un tantino scemo!“.
Quale sarà il tuo progetto futuro quando le restrizioni non metteranno più freni alla tua “strada” musicale.
“Quando non ci saranno più restrizioni ovviamente tornerò a fare qualche spettacolo in strada, ma al momento non so più dirti se sarà la mia principale occupazione come lo è stata negli ultimi 6 anni.
10 mesi di stop forzato sono davvero tanti e mi hanno costretto a rivedere alcune priorità. Ho comunque sempre l’obiettivo di fare il più possibile ciò che amo, e ho la presunzione di volerlo fare per lavoro“.
Nel frattempo possiamo goderci la musica narrata dal busker 4.0 Loqi, sui suoi profili social:
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