La celebre Nicole Kidman ha partecipato al Taormina Film Fest, avviatosi il 30 Giugno e in corso fino al 6 Luglio, dove ha tenuto una masterclass e ha ricevuto al Teatro Antico il premio Arte Award. L’attrice australiana tornerà nelle sale cinematografiche con “Il Cardellino”, ma non solo. È produttrice e interprete della nuova serie “Big Little Lies” e approfitta del festival siciliano per presentare il suo nuovo lavoro.
Senza tradire il suo amore per il cinema tradizionale, dichiara di essersi cimentata in questa nuova avventura perché le serie tv permettono di esplorare in maniera più profonda i ruoli dei personaggi, oltre che per un desiderio di autonomia artistica.
Volevo essere libera, non in balia dei registi, coinvolta direttamente nelle scelte dei personaggi.
Nicole Kidman
Nel raccontarsi non trascura l’amore che la lega all’Italia, nella quale dichiara di essersi sempre sentita compresa e apprezzata. Visitò Roma per la prima volta a 17 anni e ne rimase affascinata. Avrebbe voluto imparare la lingua e sposare un uomo italiano per poi vivere qui ma, anche se così non è stato, ha trasmesso questo amore alla sua famiglia e ha persino battezzato la figlia tra le montagne toscane.
Ripercorrendo lo sbocciare della sua passione per il cinema non mancano i riferimenti alla cinematografia italiana, ma soprattutto a Fellini:
Mi ha colpito il vostro realismo magico. Ho visto a Cannes La grande bellezza nella proiezione di mezzanotte e ne sono rimasta conquistata. Mi considero un’attrice globale, amo il cinema russo, francese, ma è iniziato tutto con Fellini, poi c’è stato anche Kubrick, ma Fellini… A quindici anni saltavo la scuola e andavo a chiudermi al cinema per vedere immagini che non sempre capivo ma che mi toccavano a livello viscerale più che intellettuale.
Per via della convivenza che si sviluppa sul set, descrive il rapporto intenso e confidenziale instaurato con i suoi colleghi al lavoro, tanto che “staccarsi è molto duro, come tagliare il cordone ombelicale”. Si dice forte sostenitrice dei registi più intraprendenti e ossessivi, che costringano a dare il meglio e che permettano a chi lavora con loro di crescere e migliorarsi.
Infine si sofferma sul tema della parità dei diritti tra uomo e donna nel cinema e sostiene che non vi sia stata ancora una reale evoluzione, perciò, trovandosi a gestire la produzione di un film, non può che operare a favore delle donne:
C’è solo circa il 20% di realtà femminile nel settore. Così a un certo punto io e la Streep, in un incontro a Cannes, ci siamo dette: le donne devono chiamare a lavorare le donne. Una scelta che io faccio sistematicamente in qualità di produttrice. Sono orgogliosa poi del mio impegno per l’UN Trust Fund to End Violence Against Women. Le donne – conclude – devono essere solidali e mi piace pensare che ‘Big Little Lies’ abbia contribuito a questo.
Riguardo al futuro l’attrice non rivela altri progetti imminenti, se non quello di dedicarsi alla famiglia e all’amore dopo mesi di duro lavoro.
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