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Mascherine sugli occhi di Boldo

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Libiamo ne’ lieti calici” – Giuseppe Verdi

Immaginate di entrare dentro una casa degli orrori.

Avete presente come sono allestiti i parchi a tema: è tutto buio.

Le mani appoggiate alle spalle della persona davanti, è l’unica cosa da fare per stare tranquilli.

Come vi sentite?

A scatola chiusa

Noi del YCB abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alle prove generali di uno spettacolo del teatro al buio.

Aspetta. Il palcoscenico non era illuminato?

Nessun palcoscenico e gli spettatori erano tutti bendati.

Non avevamo idea di come fosse la sala, non avevamo idea di chi fosse la persona accanto a noi, non avevamo idea di cosa sarebbe successo o come sarebbe stato.

L’Associazione di Volontariato Museum ODV lavora da anni per avvicinare persone con disabilità visive al mondo dell’arte e tra le tante attività che organizza, ci sono anche questi spettacoli multisensoriali, con attori ipovedenti, fatti per “spostare l’attenzione dal palcoscenico al pubblico”, proprio come avviene per chi non può vedere.

Allora, se è vero che

Cieco non è chi non vede, ma chi non riesce ad immaginare.” – Giuseppina Simili, fondatrice dell’associazione Museum

Vi chiedo di tornare ad immaginare.

Tornate dentro la casa degli orrori, al buio, e analizziamo quello che provate.

Perché è molto simile a quello che abbiamo percepito noi.

Disagio

Quando non hai altre alternative, non c’è tempo di fare troppe domande: mi posso fidare? Dove mi porti? Rimane tutto in testa e non trovi alcuna risposta.

Durante lo spettacolo, sempre con le mascherine sugli occhi, ci hanno fatto alzare, ci hanno fatto ballare insieme alle gonne larghissime delle attrici, abbiamo persino cambiato posto e tutto per farci viaggiare indietro fino alla Belle Epoque del pittore Giovanni Boldini, o “Boldo”.

Attenzione

Se manca la vista, tutto diventa importante per capire ciò che ci circonda: bisognava prestare attenzione a quello che ci mettevano in mano o ai passi che facevano. – ho imparato a distinguere il tocco diverso di ciascuno –.

Mascherine

I profumi, poi: niente, come i profumi, descriveva le meravigliose donne ritratte da Boldo.

Introspezione

Nessuna distrazione, solo concentrazione e voglia di capirci qualcosa.

Perché dai tanti stimoligonne che sfrusciavano, collane di perle in mano, anelli, pellicce, guanti, voci che raccontavano storie incredibili – bisognava trarne qualcosa.

L’unica in grado di aiutarci era l’immaginazione.

Meraviglia

Immaginazione che, se in una casa degli orrori porta in posti dove non vorresti mai tornare, qui ti faceva volare fino a Parigi, con un solo profumo o accento marcato.

E poi, proprio quando ci avevamo fatto l’abitudine e ne volevamo sempre di più, ecco che “potete togliere le mascherine dagli occhi”. Ed eravamo di nuovo a Trastevere.

Occhi chiusi

 Quanto facciamo affidamento sui nostri occhi eh? Eppure non ci rendiamo conto di quanto distraggano dall’essenza stessa delle cose.

Chiudete gli occhi, affidatevi, e scoprirete che tutto è più magico di quello che sembra.

Scritto da: Alice – 4D