Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Long Nights” – Eddie Vedder
Dove non ci sono le parole, c’è la musica: è una delle tante semplici leggi dell’industria cinematografica. Nei film la musica è fondamentale perché spesso anticipa una scena prima ancora che accada, assieme alle inquadrature. Ma, ad un occhio poco esperto, l’orecchio viene in salvo. Le giuste note aiutano subito il pubblico a decodificare le intenzioni di un determinato personaggio, oppure il pericolo in agguato.
La giusta soundtrack può salvare un momento o condannarlo. Immaginate gli archi solenni e drammatici di Time di Hans Zimmer che si aprono per accogliere il cataclisma annunciato dai fiati sostituiti da delle vuvuzela. Poco importa che la trama sia ben scritta, i dialoghi toccanti. Se non c’è la giusta musica, la scena è morta dal principio. Questa rubrica vuole essere una passeggiata nelle soundtrack più belle di film, serie tv, musical, recenti o meno. Perciò è ora di indossare un basco e fingersi critici, che il film sta per iniziare.

Into The Wild è un film del 2007 di Sean Penn in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless. Un semplice ragazzo della Virginia occidentale, piuttosto benestante. Non gli manca nulla, ha ottimi voti. Nonostante tutto, come racconterà sua sorella, i costanti episodi di violenza in famiglia alimenteranno il suo desiderio di fuggire. I suoi genitori l’hanno accusata più volte di strumentalizzare la storia di Christopher, ma come spesso accade la verità è nella tomba. Quel che resta è un ragazzo che si è spogliato di tutto nel tentativo di trovare la felicità. A firmare la colonna sonora di Into The Wild c’è solo un certo Eddie Vedder, che quell’anno vinse due Golden Globe. Le sonorità spaziano su ballate folk che sottolineano la reale natura solitaria del viaggio e qualche nota rock di disobbedienza civile che ben si sposano con la vita di Christopher.
Video musicale
La prima scena si apre con l’arpeggio di un ukulele e la vista delle montagne dell’Alaska. Sono così bianche da sembrare il fermoimmagine di una cartolina. La neve appiattisce ogni cosa, è la dittatura contro le sfumature dei paesaggi. L’unica anima viva è un’aquila che si staglia nel cielo. Poi la telecamera si abbassa sempre di più, inquadra qualche sprazzo di colore e un ragazzo che cammina da solo. Non si sa dove vada. La voce baritona di Vedder, che da sola smuoverebbe anche gli indifferenti, inizia a cantare.
Have no fear
For when I’m alone
I’ll be better off than I was before
Long Nights sublima la solitudine di Christopher che vaga senza meta per i boschi, verso nord. Non c’è una destinazione, l’unico scopo è andare lontano dal mondo e dalla sua superficialità materialista. Il suo è un viaggio alla ricerca della vera felicità nel tentativo di trovare una luce interiore che né i soldi né le relazioni sembrano dargli.

Long nights allow to me to feel
I’m falling… I’m falling
The lights go out
Prima di trovare la felicità del bastarsi per Christopher dovranno passare lunghe notti di camminate. Amicizie strette e potenziali famiglie abbandonate, fino ad arrivare al famoso furgoncino bianco e verde. Solo lì capirà il senso del suo viaggio: ma il punto d’arrivo si riesce già ad intravedere tra le righe di Vedder.
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