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Cinema e TV

Mary’s Track: Bohemian Rhapsody è il film dei record, ma meglio il concerto

today22 Maggio 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Bohemian Rhapsody” – Queen

Brian May aveva intenzione di commissionare un biopic sui Queen già dal 2010. La premessa, già folle di suo, si portava dietro un interrogativo che pesava più di un macigno: chi sarebbe stato il folle che avrebbe interpretato Freddie Mercury?

L’icona dei Queen è stata una figura tanto istrionica quanto tormentata: è facile rappresentare il frontman sul palco che governava intere folle con pochi gesti di mano, è quanto mai impossibile restituire la persona a riflettori spenti. Quella che nessuno conosceva, nascosta forse persino a Brian May e Roger Taylor. Il rischio è donare al pubblico quello che si aspetta: una figura romanticizzata. Un Farrokh con i suoi dubbi, ma non troppi perché altrimenti non ci si immedesima nel ragazzino di provincia che, dopo fatica e duro lavoro, conquista al successo. Bohemian Rhapsody era un film problematico ancor prima che si accendessero i riflettori: lo sviluppo è stato lungo, estenuante, asfissiante. A conti fatti, sarebbe stato più semplice far resuscitare direttamente il fantasma di Freddie Mercury e chiedergli il piacere. 

Bohemian Rhapsody

Il primo a vestire i panni del frontman dei Queen sarebbe dovuto essere Sacha Baron Cohen, che rinunciò al ruolo dopo alcune divergenze con la band. Cohen voleva entrare nei dettagli della vita del cantante, anche quelli più oscuri, e scavare nelle leggende intrise di sregolatezza. Brian e Roger volevano difendere l’eredità della band, anche se questo implicava restituire un ritratto parziale ed celebrativo. Il testimone per il ruolo da protagonista passò a Ben Whishaw, la regia venne affidata a Dexter Fletcher. Entrambi silurati, una strage. Nel 2016 per evitare agli investitori l’esaurimento nervoso la casa di produzione annuncia Bryan Singer alla regia e Rami Malek nei panni di Freddie Mercury. Tutto è bene quel che finisce bene, no?

Bohemian Rhapsody

No. Perché nel 2017 la Fox licenzia Singer perché si era assentato senza una giustificazione e aveva bloccato le riprese, lasciando il film a metà. Per la serie a volte ritornano, Dexter Fletcher avrà il compito di finire il film senza venire accreditato. È nella sua produzione raffazzonata che Bohemian Rhapsody lascia con l’amaro in bocca, nonostante sia il biopic musicale con più incassi nella storia. Sembrano due film diversi perché lo sono. Nulla da togliere alla performance di Malek, precisa nel dettaglio. Ma dove il premio Oscar scintilla gli altri membri della band passano in secondo piano. Ed è un peccato, perché i Queen non erano solo Freddie Mercury, a differenza di altri gruppi di oggi. 

Bohemian Rhapsody
Un frame del film

La colonna sonora è intoccabile: dopotutto se selezioni i maggiori successi di una delle band più importanti al mondo vai sul sicuro. Quello che manca in quasi due ore di film è il senso di progresso della band: nel giro di un battito di ciglia passano dal nulla a successo, senza vie di mezzo. Eppure gli spunti interessanti ci sono, come la registrazione di Bohemian Rhapsody con Freddie che spinge Roger Taylor a spingere sempre più in alto per i cori fino a far vibrare le finestre. Alcune figure risultano posticce, come la figura del discografico distaccato che non crede band. La scena del Live Aid è fenomenale, le movenze di Malek sono studiate al dettaglio e molta gente li ha messi a confronto. Ma è una delle poche gemme del film: a questo punto, meglio vedersi la registrazione del concerto. 

Leggi anche – Mary’s Track: Sound of Metal, in un mondo di silenzi

Written by: Mariahelena Rodriguez

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