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Martin Castrogiovanni, il gigante con i guanti di velluto

today21 Ottobre 2020

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Stronger”- Kanye West

Nel giorno del suo compleanno andiamo a scoprire Martin Castrogiovanni, ex rugbista della nazionale italiana reinventatosi show-man dietro le telecamere. Un uomo che ha sempre lottato, dal campo da gioco alla televisione, passando per un letto di ospedale.

martin castrogiovanni

Il 21 Ottobre di 39 anni fa nasceva Martin Castrogiovanni a Paranà, Argentina. Madre argentina di origini tedesche. Padre italiano, di Enna per l’esattezza. Fin da piccolo mostra la sua ammirazione per il Belpaese. Cresce sportivamente nel Club Atlètico Estudiantes di Paranà. A soli 20 anni, nel 2001, sottoscrive il primo contratto professionistico proprio in Italia, con il Calvisano che si aggiudica il promettente pilone. Non avendo mai giocato con la selectiòn argentina, un anno più tardi viene naturalizzato e convocato dalla nazionale italiana di cui diverrà un pilastro. Terzo giocatore di sempre a raggiungere e superare le cento presenze con la casacca azzurra. La sua carriera continuerà prima in Inghilterra, poi in Francia, per chiudersi, come nella più bella delle favole, nuovamente con l’Estudiantes. Ad oggi è l’unico italiano ad essere stato introdotto nella Premiership Rugby Hall of Fame.

La scoperta della celiachia

Da sempre infaticabile, spartano. Circa 10 anni fa Martin sembra cominciare ad accusare le fatiche della sua vita sportiva, muscoli più deboli, peso in aumento, stanchezza costante. A chiunque potrebbe sembrare normale, non a lui. Attraverso molteplici analisi del suo fisico, scopre di soffrire di celiachia e che quindi il suo malessere è causato da un’infiammazione dell’intestino dovuta al consumo di glutine. Un sospiro di sollievo per il pilone della nazionale che inizia una dieta riabilitativa. Racconterà la sua esperienza nel libro Raggiungi la tua meta. Forte, felice e vincente con la celiachia. Romanzo autobiografico, ricco di elementi dualistici che contraddistinguono la sua persona.

Gigante-buono, serietà-simpatia, malattia-alleato. Proprio da quest’ultimo punto si evince il messaggio del libro, spiegando come molte volte dalle difficoltà si possa uscire più forti di prima. La celiachia, come spiega Martin, lo ha infatti condotto ad una vita più sana migliorando le sue performance sul campo.

Il nemico più forte

Se la celiachia era stata facilmente superabile, nel 2015 compare un demone ben più ostico. Durante i mondiali in Inghilterra gli viene diagnosticato un tumore, un neurinoma al plesso lombare. Inizialmente il quadro medico è devastante, gli vengono dati pochi mesi di vita. Proprio quando la situazione sembra compromettersi irreparabilmente arriva la svolta positiva. Da esami più approfonditi il tumore si scopre benigno e quindi non mortale, dandogli la possibilità di asportarlo chirurgicamente. Contro ogni genere di previsione dopo poco più di due mesi tornerà a solcare i campi verdi. Giocherà ancora poco più di un anno prima di appendere gli scarpini al chiodo.

Una seconda vita

Come molti campioni dello sport Martin si è sempre trovato a suo agio dinanzi le telecamere. Un gigante di un metro e novanta per centoventi chili con quell’indelebile sorriso sul volto e con la battuta sempre pronta. Nel 2016 esordisce sul piccolo schermo con Il più forte, programma condotto insieme al campione di MMA Alessio Sakara, in cui i due attraversano l’Italia alla ricerca degli uomini più prestanti fisicamente.

martin castrogiovanni e alessio sakara

Dal 2017 è uno dei co-conduttori di Tu si che vales, talent show in onda su Canale 5, in compagnia di Belen Rodriguez e nuovamente il campione di lotta romano.

Un nobile “animale”

“Il rugby è uno sport da bestie giocato da gentiluomini”, disse Henry Blaha, giornalista sportivo statunitense, rimarcando la lealtà posta avanti a qualsiasi rivalità che contraddistingue gli atleti della palla ovale. Una frase che racchiude perfettamente la personalità del campione nostrano. Martin è un esempio di come i pregiudizi non fanno la persona. Un involucro “animalesco”, ripieno di dulce de leche, tanto per citare il dessert preferito dell’atleta.

Da sempre impegnato anche nel sociale, da qualche anno Martin partecipa volontariamente ai Giochi senza barriere. Una competizione solo sulla carta “amichevole”, in cui si amalgamano campioni paraolimpici e normodotati a simboleggiare una rottura di quelle barriere sociali che indicano la diversità come un muro.

Martin Castrogiovanni è un esempio di come ognuno di noi dovrebbe affrontare la vita. Gentile, rispettoso, sempre sorridente, ma che all’occorrenza sa digrignare i denti e lottare per i suoi obbiettivi. Possiamo essere ambiziosi senza dover denigrare l’avversario di turno. Viviamo in un mondo in cui costantemente veniamo messi a paragone l’uno con l’altro. Si deve accettare la competizione e “che vinca il migliore”, come su un campo verde, così nella vita di tutti i giorni. La speranza è che di persone come lui ne nascano tante altre, sarebbe un mondo migliore.

Written by: Adriano Berruti

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