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Mariupolis 2 è il film del regista lituano Mantas Kvedaravicius, presentato al Carbonia Film Festival dalla compagna Hanna Bilobrova. Un film fortemente voluto dall’autore e che per girarlo nei luoghi di guerra, ha perso la vita. Kvedaravicius, infatti, è stato ucciso in Ucraina da un razzo, mentre era a bordo della sua auto e cercava di lasciare il paese.
Il suo lavoro, che lo ha portato in zone devastate, aveva e ha ancora oggi un obiettivo ben preciso: mostrare al mondo come l’uomo può vivere in situazioni di guerra, tra spari, bombardamenti, fame. È la guerra che distrugge le nostre incertezze, ma gli uomini continuano ad andare avanti. Il mondo è fatto anche da tanti uomini e donne che, nonostante gli orrori, le difficoltà, continuano a cercare uno sprazzo di felicità. La guerra in Ucraina ci ha messo difronte ad una realtà che fino ad ora abbiamo tenuto ben lontana dal nostro vissuto. Ci ha fatto riflettere e ci mette paura.
Raccontare questi momenti appare, oggi, fondamentale per riflettere sulle azioni comuni, per salvaguardare ciò che abbiamo di più caro, ma anche per apprezzare le piccole gioie della quotidianità, attraverso lo sguardo e il trascorrere del tempo delle persone. Un riflesso del lavoro di ogni singolo essere umano, di cui il mondo è popolato e che, nel suo piccolo, alimenta l’intero sguardo verso il mondo. Mariupolis 2 sembra indicare che ogni uomo, ogni donna che vive ora in Ucraina è parte della guerra, protagonista di un evento terribile che minaccia la sicurezza e la stabilità personale e quindi collettiva. Ogni essere vivente si ritrova unito nel conflitto e ogni piccola gioia diventa momento fondamentale di rinascita interiore.
Lavorare con le immagini non è solo documentare o raccontare, in questo caso la guerra, ma rappresenta per il regista, una storia di vita continua, capace di superare le tante contraddizioni e difficoltà che eventi del genere causano. Intervenendo alla giornata inaugurale del Festival, Hanna Bilobrova ha raccontato dell’uomo che è stato il suo compagno, della sua idea ponendola al centro della conversazione. Lei stessa ha salvato il film e con il montatore Dounia Sichov, hanno completato il montaggio, presentandolo al Carbonia Film Festival, ma presentato anche a Cannes.
Ed è la settima arte che racconta la vita di una città sotto assedio, di chi è rimasto e continua a vivere, cercando di apprezzare i piccoli gesti quotidiani. Una città in guerra che affronta il nemico, tra paura e contrapposizioni. È un racconto che parla di morte, paura, di vita, tra disperazione e speranza.
Perché la guerra non è mai solo morte. Ogni piccola vittoria, che sia il sorriso di un bambino o di un anziano e perché no, di una singola persona, o il superamento di un ostacolo, o il completamento di un compito, diventano una grande vittoria, da sbandierare trionfanti.
Written by: Teresa Corrado
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