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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sangue nero” – Matteo Paolillo Icaro
La tentazione di non continuare la sigla dopo che qualcuno pronuncia le semplici parole: “Appicc’ n’ata sigarett’ “, in questo periodo, sta assalendo anche chi non ha ancora visto una delle serie più in voga del momento: Mare Fuori. Ha fatto tremare, arrabbiare, commuovere e gioire milioni di telespettatori, molti dei quali hanno amato visceralmente questa serie – eccomi! – . La vicenda, ambientata nell’ IPM – Istituto Penale per i Minorenni – di Napoli, ha coinvolto – e travolto – il pubblico, che, in moltissimi casi, ha apprezzato moltissimo la novità portata su un canale Rai. Insomma, un vero e proprio spettacolo, che non poteva non essere così amato.
Questa storia, così articolata e ricca di personaggi, inizia in una delle cose più belle che esistano: la nascita di un’amicizia. Fermi tutti: non parliamo di un rapporto nato sui banchi di scuola o nel campo da calcio, bensì in un carcere minorile, il che complica un po’ le cose. Filippo, detto O’ Chiattillo, il classico bravo ragazzo milanese di buona famiglia, si ritrova a condividere un’esperienza così significativa con Carmine, un ragazzo napoletano che vorrebbe solo cancellare la logica dell’appartenenza. Quest’ultimo, infatti, viene da una famiglia di camorristi, i rinomati e temuti Di Salvo, e, nonostante il ragazzo desideri fermamente uscire da questa situazione così difficile, sarà proprio una lite con una famiglia rivale, molto potente, che lo condurrà all’IPM. Da quel momento, storie di tanti ragazzi e ragazze giovanissimi si intrecceranno per poi non sciogliersi più. Da quel momento, storie di tanti ragazzi e ragazze giovanissimi cominceranno ad intrecciarsi, per poi non sciogliersi mai più.
Per quanto possa sembrare banale dirlo, Mare Fuori è una serie caratterizzata dal continuo conflitto tra male e bene. Lo spettatore, insieme ai personaggi stessi, è portato a domandarsi cosa sia effettivamente il bene e come lo si riconosca. Il risultato è che, spesso, non solo il bene e il male, ma tutte le emozioni contrapposte sono di due facce della stessa medaglia. L’amore è un’altra faccia dell’odio, come ci dimostreranno i ragazzi all’interno dell’IPM.
La felicità è l’altro lato del dolore, è ciò che si oppone ad esso: si tratta di quella speranza che ci ricorda che vale sempre la pena di lottare. La resa è una parte della tenacia, perché lo scoraggiamento fa parte del percorso, l’importante è ritrovare la forza di non demordere. Sempre, nonostante tutto.
Il Golfo ha sempre il suo fascino, questo è innegabile, ma perché chiamare così una “serie che parla di criminali”?
Beh, partiamo dal presupposto che definirla così è riduttivo. Le storie raccontate sono quelle di persone che hanno sbagliato, ma che hanno ancora una vita intera per cambiare. Si trovano in quell’età in cui quasi niente è per sempre. La direttrice dell’IPM, il comandante e tutti gli operatori lo ripetono stesso. Per molti di loro, esiste ancora una via d’uscita. C’è una seconda possibilità. E questa speranza, è proprio quel mare fuori.
È quel blu che ti abbraccia e che ti ricorda che la sua immensità vincerà sempre e comunque sul rosso della violenza. Forse, il messaggio di questa serie è proprio questo: malgrado tutto, quel mare fuori travolge il dolore. Quell’amore travolge l’odio, e lo sconfigge.
Written by: Benedetta Bini
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