Nella giornata di ieri, a Mestre è stato inaugurato M9, il primo museo italiano completamente multimediale, esempio raro in tutta Europa, che punta al futuro con un occhio rivolto al passato: progettato dallo studio dell’architetto berlinese Sauerbruch Hutton, M9 racconta la storia del Novecento attraverso l’innovazione del 2018.
Valido progetto di riqualificazione urbana per la città di Mestre, il museo è diviso in due piani e otto aree tematiche. Al primo piano si trovano progetti multimediali relativi a Demografia e strutture sociali; Consumi, costumi e stili di vita; Scienza tecnologia e innovazione; Economia, lavoro, produzione e benessere. I temi che, invece, distinguono il secondo piano prendono il nome di: Paesaggi e insediamenti urbani; Stato, istituzioni e politica; Per farci riconoscere. Cosa ci fa sentire italiani, spazio interamente dedicato alle eccellenze della cultura italica, dalla letteratura alla cucina, passando per arte e tecnologia.
Per ciascuno di questi argomenti, sono esposti molteplici file multimediali, esperienze interattive, rappresentazioni 3D, video, fotografie e documenti recuperati da oltre cinquanta archivi italiani grazie a studiosi dal calibro di Fedra Pizzato, Giuseppe Saccà, Michelangela Di Giacomo e Livio Karrer.
È stata la Fondazione di Venezia, con un consistente investimento di 110 milioni di euro e 950 ore di lavoro, a voler creare questo ponte di collegamento tra passato, presente e futuro, in modo da far avvicinare le nuove generazioni alla storia del secolo precedente.
Attraverso la ricostruzione di tre nuovi edifici e la realizzazione di 276 pannelli fotovoltaici con 86.000 kwh di energia solare e di ben 13 colorazioni differenti che ricoprono le facciate, M9 si presenta quindi come un progetto innovativo, un vero e proprio centro multifunzionale che ospiterà anche diverse mostre temporanee, prima tra tutte “L’Italia dei fotografi. 24 storie d’autore”, a cura di Denis Curti, dal 22 dicembre.
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