Il 25 settembre 1970 Janis Joplin incideva Me and BobbyMcGee per il suo ultimo album, Pearl.
Purtroppo la cantante non ebbe mai la possibilità di vedere la canzone, pubblicata nell’album postumo del 1971, scalare le classifiche americane: pochi giorni dopo, il 4 ottobre, la voce della liberazione dei giovani rivoluzionari del ‘68, si spegneva per overdose di eroina.
Di libertà parla proprio Me and BobbyMcgee: la storia di due innamorati che viaggiano insieme a ritmo di blues, poi destinati a separarsi.
Il ritornello dice “Freedom’s just another word for nothin’ left to lose”, ma si è davvero liberi quando non c’è più niente da perdere? Karl Kristofferson, autore della canzone, racconta di aver scritto quel verso proprio in un momento critico della sua vita, in cui sembrava aver perso tutto. Tuttavia si sentiva finalmente libero senza la pressione della aspettative degli altri.
La melodia nacque dall’ascolto di Why you been so long di Mickey Newbury. Il ritmo catturò Kistofferson, che inziò a cantarla seguendolo rapito.
Invece il contenuto fu ispirato a un film italiano. Nell’intervista rilasciata a Lydia Hutchinson di Perfoming Songwriting, dice:
Per qualche motivo, mi era venuto in mente La Strada, questo film di Fellini, ed una scena dove Anthony Quinn andava in giro in moto e Giulietta Masina è la ragazza debole di mente che era con lui, e che suonava il trombone (nei suoi spettacoli). Arriva il momento che lui non la sopporta più e la lascia sul bordo di una strada mentre lei stava dormendo. Più avanti nel film, lui vede una donna che fa il bucato e canticchia la melodia che la ragazza suonava col trombone. Lui le chiede: “Dove hai ascoltato quella canzone?”. E lei gli dice che era quella piccola ragazza che aveva fatto uno spettacolo in città e che nessuno sapeva da dove venisse, e che più tardi era morta. Quella notte Quinn va in un bar e provoca una rissa. È ubriaco e finisce a piangere disperato alle stelle sulla spiaggia. Per me, questo era il modo di sentire del protagonista alla fine di “Bobby McGee”. Le due facce che ha la libertà, Lui era libero quando aveva lasciato la ragazza, ma questo lo ha distrutto.
Il finale della canzone invece si rivela più dolce: lei lascia Bobby accettando che sia alla ricerca di una casa, quindi di chiudere con la vita di vagabondo.
Ma le curiosità della canzone non finiscono qui: il nome Bobby era ispirato alla segretaria Bobbi Mckee, da cui il co-autore, Fred Foster, aveva tratto il titolo.
La canzone era stata registrata per la prima volta nel 1969 da Roger Miller, ma quando fu nelle mani di Janis Joplin, Bobby divenne un uomo.
Nel 2013, durante l’assegnazione alla cantante della stella nella Hollywood Walk of fame, Kristofferson ha reso omaggio al suo ricordo di Janis Joplin con una versione acustica della canzone.
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