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LOVE: Sbagliando si diventa famosi

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “L-O-V-E” – Nat “King” Cole

La scritta LOVE è ovunque, un po’ come i volantini del YCB a scuola. 

A Roma nei murales di Trastevere, a New York nel centro della città, nelle locandine di film di nicchia, e perfino nei nostri libri di scuola.

Ma scrivere “love”, è solo un invito ad amare? 

Da un errore al successo

In realtà dietro a queste quattro lettere si cela una delle opere d’arte più conosciute al mondo.

Resa così famosa grazie ad una svista da parte dell’autore.

L’opera non venne mai registrata e per ironia della sorte, a Robert Indiana non vennero mai riconosciuti i dovuti diritti.

Così nel tempo vennero create centinaia di repliche che resero LOVE il simbolo di una nuova corrente artistica, la Pop Art.

Un’arte diversa dal solito, che non è più rivolta al singolo ma alla massa.

Proprio tramite la creazione di un oggetto alla portata di tutti, nel 1964 LOVE sbarcò nella grande mela.

Il MoMA, uno dei musei più conosciuti al mondo, commissionò ad Indiana una cartolina natalizia da vendere nei propri negozi di souvenir.  

L’artista presentò dodici versioni della famosa scritta, ognuno con colori diversi. In fine si optò per quella con il blu, il verde ed il rosso, forse per rendere omaggio a Babbo Natale

Fu proprio durante quel Natale, che l’uomo vestito di rosso, donò ad Indiana un regalo eterno, il successo mondiale.

Ma che significa LOVE?

Nel corso degli anni, tantissimi furono i critici che cercarono di capire perché LOVE divenne così famosa.

Dietro ad una aperta dichiarazione d’amore, l’artista riesce a descrivere la sua intera infanzia vissuta frequentando una parrocchia della Christian Science, una corrente religiosa basata sull’amore.

“LOVE è piena di fondamenti erotici, religiosi, autobiografici e politici che la rendono accessibile e complessa nel significato”.
(Deborah Wye, storica del MoMA)

Un’opera adatta a tutti ma allo stesso tempo indecifrabile, forse è proprio questo il motivo del grande successo.

Indiana è riuscito a creare un’opera dai mille significati nascosti che non ci stancheremo mai di osservare.

 

SCRITTO DA: SOPHIA 3B