“Mens sana in corpore sano”: un antico detto che, semplificato, significa che “prendersi cura del proprio corpo è prendersi cura della propria mente”.
Ma un recente studio scientifico ha appena ribaltato totalmente la celebre citazione latina: è avere una mente sana e ben allenata dallo studio la chiave per mantenersi in buona salute.
Andiamo più a fondo nella questione: è stato dimostrato da una ricerca condotta congiuntamente dall’Imperial College di Londra e dalle Università di Bristol, Cambridge e Oxford che chi trascorre 3,6 anni in più sui libri riduce di 1/3 il rischio di incorrere in malattie di natura cardiovascolare, proteggendosi così da infarti e ictus. Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, ha messo in evidenza come prolungare l’attività di formazione vada ad incidere positivamente sull’IMC (Indice di Massa Corporea) e sulla pressione sistolica.
Per pervenire a questa conclusione gli studiosi hanno innanzitutto esaminato un campione di 200mila adulti del Regno Unito andando ad incrociare i dati relativi ai loro studi e ai loro dati clinici per poi condurre una randomizzazione mendeliana, vale a dire una verifica genetica su un campione costituito da più di un milione di individui in tutta Europa.
Ed è stato proprio basarsi su un numero così vasto ed eterogeneo di soggetti a determinare la veridicità dell’ipotesi che 3,6 anni di studio in più siano associati a una diminuzione dell’IMC di 1 kg/m2 e a una riduzione della pressione sistolica di 3 mm/Hg.
Con queste parole Dipender Gill, un coatore dello studio, ha commentato le possibili ragioni alla base di questa interessante correlazione tra studio e salute:
La nostra ricerca suggerisce che solo la metà di questo effetto protettivo derivi dal peso ridotto, dalla pressione arteriosa e dal fatto di fumare di meno. Ora dobbiamo indagare su quali altri motivi possono collegare l’educazione con la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
Dipender Gill
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