Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Under pressure” – Queen
L’indifferenza verso i barboni spesso nasce dal non guardarci attorno.
A chi non capita di incontrare per strada persone senza fissa dimora, uomini e donne delle più svariate età? Fermatevi un attimo e chiedetevi quanti di voi hanno fissato i propri occhi nei loro. Non è semplice farlo perché osservare con attenzione quello che viene considerato il “non successo” ci spaventa. Frena il nostro essere audaci nel “mordere la vita” e spaventa il “carpe diem” che non prospetta il futuro, ma ci porta a vivere il momento.

Il racconto di un incontro
Con il naso in su di e con Andrea Zanacchi, regia di Antonio Grosso, è uno spettacolo che parla dell’incontro tra il barbone Nino e il giovane Marco. Il giovane fa quello che a noi riesce difficile fare: fermarsi per un attimo ad ascoltare l’altro e in questo modo accoglierlo. Nino, vedendosi con gli occhi del giovane, si confessa al suo interlocutore dicendo “a me la storia mi ha attraversato” poiché le sue vicende si sono intrecciate con la storia dell’Italia.
La storia dovrebbe aprire la nostra mente
Ciò che arriva dal dialogo tra i due è che l’essere umano non ha ancora imparato nulla dal suo passato o da quello della storia. Oggi con gli eventi che viviamo ci diamo le stesse risposte. Cosa peggiore, l’uomo non sa aprirsi agli altri e impegnarsi per salvare i propri simili. Questa convinzione, che traspare dal testo, non è anacronistica, poiché rispecchia il quotidiano. Da sempre le persone meno fortunate, povere, sono state oggetto di denigrazione da chi ha qualcosa in più. Alieni, diversi, strani e lontani dalla società, eppure parliamo di persone che un tempo sono state bambini e che hanno avuto gli stessi sogni e desideri di tutti.

Aprirsi l’uno all’altro per capirsi
Il punto di incontro tra i due protagonisti della storia avviene proprio in quella che è la fanciullezza: il periodo che racchiude il sentimento di spensieratezza, libertà e immensa fiducia nel futuro. Sono quegli gli anni in cui, ognuno di noi si è ritrovato a condividere con altri coetanei il desiderio di crescere per poter cambiare il mondo, renderlo migliore e spingersi nel cambiare le sorti di tutti, non solo per sé stessi.
Poi arriva l’età adulta: la vita cambia i nostri sogni e ridimensiona le aspettative degli ideali, scontrandosi con la realtà, crudele, dura e spietata. Nino ha vissuto, ha speso la sua vita nel lavoro e nella realizzazione dei sogni, ma la vita e la società, alla fine, lo hanno abbandonato. In questo spettacolo viene raccontato tutto ciò, con momenti divertenti, ironici e di profondo sentimento, lasciando trasparire comunque, la speranza che è riposta, sempre, nelle nuove generazioni.
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