La letteratura incontra le arti del XXI secolo
La scorsa domenica il MAXXI, celebre museo nel cuore di Roma nel quale alla mostra perenne sull’arte contemporanea si affianca una serie in continuo divenire di esposizioni temporanee e di eventi culturali, è stato teatro di un nuovo appuntamento speciale: stiamo parlando di “Libri al MAXXI / Speciale Premio Strega”, il primo di un ciclo di cinque incontri con i finalisti della LXXIII edizione dello Strega, che ha visto la scrittrice Benedetta Cibrario e la scrittrice e giornalista Rossella Sleiter Caracciolo, coordinate dal direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci Stefano Petrocchi, in un appassionato dialogo dal sapore letterario e al contempo profondamente attuale.
Fulcro di questo primo incontro, infatti, è stato quello di riallacciarsi ai temi e alla struttura narrativa del libro che ha portato tra i cinque finalisti dell’ambito letterario Benedetta Cibrario, “Il rumore del mondo” (Mondadori), per riflettere sugli elementi di vicinanza del romanzo con lo scenario contemporaneo.
Non poteva mancare ovviamente l’intervento Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, che ha spalancato le porte di questo dibattito esponendo il proprio punto di vista sul libro protagonista dell’evento ponendo l’accento sull’aspetto profondamente cinematografico di quest’opera imponente, che proprio per il suo modo di valicare le soglie del racconto grazie ai dettagli, all’attacco originale, al rapporto con la trama dei piccoli oggetti, si mostra in realtà molto più vicina a noi, gli uomini e le donne che stanno vivendo “l’invasione del cinema”, di quanto possa sembrare a primo impatto.
Non avrebbe potuto ricevere “La” più adeguato la Cibrario, che ha subito ripreso le parole della presidente sostenendo quanto “in realtà tutti noi siamo formati ormai dalla grammatica delle immagini, parte sostanziale del nostro modo di conoscere il mondo”. E anche nel libro in questione, per certi versi classico (basti pensare alla storia del genere romanzesco), valgono alcuni di questi elementi di contemporaneità, che rendono assolutamente normale proprio la sensazione così espressa di vedere la storia impressa a inchiostro sulle pagine. Insomma, il testo si fa casa temporanea del lettore, momento da vivere offline, e la lentezza del romanzo è propedeutica a questo.
Nel corso del dibattito, Rossella Sleiter Caracciolo non ha mancato di esprimere tutto il suo apprezzamento per Il rumore del mondo, che anche a suo avviso tocca tanti tasti diversissimi tra di loro, aggiungendo inoltre di non aver potuto fare a meno di “leggerlo tutto d’un fiato” sebbene “la lettura lenta di questo romanzo che mette insieme vite e piante è la sua cifra”.
Storia di sradicamento: questo uno degli ultimi epiteti con cui il libro viene definito nella fase conclusiva dell’incontro, e le ragioni di ciò vanno proprio ricercate nei molti modi in cui il senso del limite geografico e culturale, concepito come impedimento alla realizzazione di sé, si manifesta nel romanzo periodo dopo periodo, pagina dopo pagina.
Per conoscere ulteriori dettagli sulla prima giornata di Libri al MAXXI / Speciale Premio Strega, non perdetevi i podcast delle nostre ultime interviste!
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