Potrebbe sembrare la proposta immaginaria di qualche lingua tagliente che poco apprezza il modo attualmente vigente di osservare gli animali in cattività, e invece è il modus operandi di un vero zoo, il più feroce della Cina: si tratta del Lehe Ledu Wildlife Zoo, il parco dove sono i visitatori a vivere un’esperienza in cattività circondati dalle più pericolose e potenzialmente letali creature del mondo.
Certo, c’è da specificare che gli ospiti, pur percorrendo un itinerario su 4 ruote costretti in piccole gabbie, non corrono assolutamente alcun tipo di pericolo – ci mancherebbe: non mancano infatti le precauzioni per salvaguardare i turisti, come dimostrano le fitte e robuste maglie che costituiscono il rivestimento delle celle. Come viene loro sottolineato a più riprese dallo staff qualificato, inoltre, è severamente proibito durante la visita aggrapparsi con le mani e le dita alla rete: tigri, leoni, orsi e quant’altro potrebbero confonderle con la loro colazione, fatta di pezzi di carne ed intere esche vive che gli animali ricevono dall’esterno delle gabbie per mostrare da vicino la loro magnificenza (e il loro profilo migliore per le foto).
La popolarità raggiunta da questo zoo, nonostante sia stato definito da altri “un incidente che aspetta solo di accadere”, apre la strada verso un interessante tema di dibattito: è positivo che così tante persone scelgano spontaneamente di vivere per qualche ora nelle opprimenti e spaventose condizioni in cui tantissimi animali sono costretti, strappati dal loro habitat ed esposti a flash, urla e talvolta a vere e proprie forme di crudeltà, oppure trasformare in attrazione l’esperienza di vita in cattività per un giorno significa solo convertire questa triste condizione nell’ennesimo spettacolo grottesco adibito a gioco per arricchirsi, perdendo di vista lo spunto di riflessione che inizialmente si voleva instillare?
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