Con il piano Horizon 2020 l’Unione Europea sta investendo enormi risorse in prodotti tecnologici rivoluzionari, come la mano bionica dotata di capacità sensoriale progettata da un team italiano e installata su un paziente in Svezia. Il progetto in questione è altrettanto interessante, ed è sicuramente capace di rivoluzionare il modo che conosciamo di percepire gli oggetti, siano essi reali o virtuali.
Parliamo di Levitate: un nuovo sistema di interazione uomo-macchina basato su “touch” acustico. Un nuovo paradigma che consentirà ai “display” di far sentire fisicamente, manipolare e udire oggetti tridimensionali fluttuanti nello spazio.
La tecnologia che rende ciò possibile è legata agli ultrasuoni, che viaggiano ad una frequenza tra i 40 e i 70 kHz, e consentono di creare delle forze acustiche capaci di far levitare particelle, generare suoni direzionali e fornire una pressione tattile percepibile nell’aria con le mani.
La combinazione di questi tre elementi dovrebbe aprire la strada a un’interazione di nuova concezione: ad esempio gli ingegneri potrebbero intervenire direttamente su un progetto virtuale “mettendoci sopra le mani”, oppure un medico potrebbe esercitarsi per un intervento sul paziente utilizzando un tavolo anatomico virtuale. Senza contare la rivoluzione che tale tecnologia potrebbe portare in campo videoludico. Nel un breve video che vi proponiamo, si può osservare un minimo delle potenzialità di questo strumento:
Il team spiega: “Nella nostra visione, il computer può controllare l’esistenza, la forma e l’aspetto di oggetti complessi in levitazione”. Tutto ciò sembra proiettarci nell’universo fantascientifico di film e videogiochi, con l’unica differenza che, in questo caso, potrebbe diventare la realtà nel giro di poco tempo.
Tutti noi vorremmo portare a termine i nostri compiti nel modo migliore ma, a volte, questa sana spinta verso il “far bene” può mutare in una vera e propria ricerca della perfezione.Come distinguere queste due condizioni? Caratteristiche di una sana ricerca dell'eccellenza:- l’errore non è considerato come un fallimento personale, bensì come un'opportunità per apprendere;- non c'è il timore che gli altri ci vedano “incapaci”;- non c'è la convinzione che […]
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