Sono le 8 di un mattino di luglio, fa caldo ma non mi vesto leggera.
Continuo a percorrere la strada verso la fermata dell’autobus.
Apro la pagina di un quotidiano sul telefono.
Leggo. Metto in stand-by. Alzo lo sguardo.
I dati parlano chiaro: nel nostro paese il numero di molestie denunciate, rispetto alle ultime indagini del 2009, è in calo, mentre sempre più consistente si fa il cosiddetto “paradosso nordico.”
I dati ISTAT, pubblicati all’inizio dell’anno, mostrano che a differenza dei paesi del Nord Europa (Regno Unito, Francia, Germania, Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Danimarca), che rivendicano sempre il rispetto che ripongono nell’uguaglianza di genere, in Italia si registra il numero più basso di molestie denunciate alla polizia; il più basso in tutta Europa subito dopo la Spagna.
Da un’indagine svolta nel 2012 dall’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA), è emerso che solo il 43,6% delle donne italiane (8,8 milioni) dichiara di aver subito molestie: numeri simili valgono anche per le spagnole, cecoslovacche, maltesi e irlandesi.
Fra i numeri alti troviamo il 68% delle donne inglesi, il 75% di quelle francesi, l’80% delle danesi e 81% delle svedesi.
Quali sono, quindi, le ipotesi attribuite al cosiddetto “paradosso nordico“, a questa cioè nettissima differenza di molestie denunciate tra il Nord e Sud Europa?
Uno dei motivi, per il quale si è giustificato da tempo questo fenomeno, è l’abuso di alcol: nel Nord Europa è usanza bere di più rispetto agli altri paesi europei del sud e molto spesso il consumo di alcol è strettamente collegato all’abuso di violenza.
Altre ipotesi, invece, hanno addossato la colpa alle leggi progressiste dei paesi in questione, che in realtà nasconderebbero una visione prettamente maschilistica e misogina.
Altre ancora si basano sul fatto che, coscienti della loro libertà e dell’importanza dell’uguaglianza di genere, le donne nordiche si sentano più propense e meno a disagio nel raccontare le aggressioni subite, senza portarsi sulle spalle il fardello della paura.
Secondo l’ISTAT, nel nostro paese, la molestia più diffusa è quella verbale, seguono poi il pedinamento e gli atti di esibizionismo.
Per quanto riguarda le molestie fisiche: circa 481 mila donne hanno affermato di esserne state vittime, ma si tratta comunque di un netto calo rispetto alle stime del 2008/2009.
L’unico dato in controtendenza è quello dei ricatti sessuali sul luogo di lavoro, che sono, di fatto, distintamente aumentati.
Riabbasso lo sguardo. Sblocco il telefono.
Chiudo la pagina del quotidiano rimasta aperta a metà, mai letta.
Continuo a percorrere la strada verso la fermata dell’autobus.
PDF – Dati ISTAT sulle molestie in Italia
nadia piccioni on 27 Settembre 2018
E’ un articolo molto interessante, scritto con grande garbo, se sottolinea quanta strada ancora ci sia da fare per le donne. L’importante andare avanti fiere di essere donne
!