Soundtrack da ascoltare durante la lettura: Ma L’amore No – Lina Termini
“Il fascismo non è stato rovesciato da noi, da sua maestà o da me; il fascismo è caduto non per forza esterna, ma per la sua crisi interna; non poteva resistere più… Lo hanno abbattuto gli stessi componenti del Gran Consiglio… che votarono, la sera del 24 luglio, a maggioranza contro Mussolini e ne segnarono la fine. Finalmente!“
Queste le parole con cui il maresciallo Badoglio il 18 ottobre 1943 si rivolse agli ufficiali.
Ma a cosa si riferiscono? Il 25 luglio 1943 un comunicato radiofonico diede la notizia: il fascismo è caduto e Benito Mussolini deposto dal re Vittorio Emanuele III. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio di quell’anno, il Gran Consiglio -organo supremo del regime fascista dal 1928- si riunì per deliberare sulle sorti dell’Italia. Furono giorni strani, inquieti.
Il re si decise ad arrestare Mussolini solo quando al voto, anche il fascismo moderato scelse la sfiducia. A quel punto non potè più fare nulla: gli esiti completamente fallimentari delle campagne militari del Duce non consentivano altre possibilità.
L’Italia si trovò allora in una situazione drammatica, ridotta alla fame, il popolo confuso e diviso. Appresa la notizia, da una parte le manifestazioni di gioia di chi si illudeva fosse la fine della guerra, dall’altra chi progettava come ricostituire uno stato fascista che poi avrebbe preso il nome di Repubblica Sociale Italiana.
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