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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Must Have Been The Wind” – Alec Benjamin
Quando si pensa alla vita nel Medioevo, le prime cose che vengono in mente sono i castelli dove i ricchi vivevano nella bambagia, e poi vengono in mente le capanne dei contadini.
Ma se vi dicessi che non erano le uniche abitazioni medievali esistenti? Sto parlando delle grotte. –No, non ho confuso il medioevo con il neolitico e/o paleolitico-.
Prima di parlarvi però di questo luogo magico, devo fare una piccola spiegazione sul territorio:
Da non confondere con quelle dei coltelli e di altra robetta bella come asce, seghe, spade e chi più ne ha più ne metta.
In Puglia è conosciuta come Lama una fenditura nel terreno, un canale naturale o non che, grazie al terreno poroso, raccoglie l’acqua piovana e poi la trasporta in corsi sotterranei ai bacini idrografici ai quali sono collegate.
Non è raro che queste Lame siano state scavate dal mare e poi utilizzate per altri scopi.
Perché vi ho parlato delle Lame?
Perché nella zona tra Ostuni e Fasano vi è una Lama, Lama d’Antico, nelle cui pareti rocciose sono state scavate dall’uomo delle grotte. Dove, tra il VI e il XIV secolo, si stabilì una piccola comunità contadina.
Tra gli ulivi secolari, si nascondevano grotte che fungevano da abitazione, ma ce n’erano alcune che fungevano da stalla o da deposito per il raccolto e vi furono scavate tre chiese. Un enorme numero per la piccola comunità che viveva in quel luogo. Un grande sforzo che mostra la profonda religiosità medievale.
Questi luoghi mostrano reperti e immagini della vita quotidiana, ma anche le tecniche architettoniche conosciute e i colorati affreschi, rovinati e sbiaditi dal tempo, mostrano una conoscenza degli elementi tipici dell’arte bizantina.
La più importante delle tre chiese, San Giovanni, San Lorenzo e la Cattedrale, è l’ultima, che fungeva proprio da fulcro per la comunità. È una delle più grandi chiese rupestri della Puglia. Essendo interamente scavata nella roccia, la precisione delle nicchie, dell’abside e delle volte è impressionante. La ruvidità della roccia è alternata, infatti, alle pareti talmente lisce da risultare incredibile il solo pensiero che siano frutto della mano dell’uomo.
Ultimamente hanno attuato, in questa chiesa, un progetto di ricostruzione virtuale: hanno istallato proiettori che mostrano una ricostruzione dei bellissimi affreschi che coloravano le pareti. Grazie a questa iniziativa è possibile notare scritte e dettagli che sarebbero facilmente sfuggiti a molti, come le scritte in greco bizantino.
L’importanza storica di questo sito, come avrete intuito, è veramente elevata. Giuseppe Donvito, colui che ci ha accolto all’ingresso del sito, tiene molto alla possibilità che venga conosciuto:
“La Puglia è nota per i Trulli di Alberobello, per le cattedrali romaniche, per i castelli federiciani e per il barocco leccese. Ma stiamo lavorando per far conoscere ai pugliesi e ai visitatori pagine ancora nascoste della Puglia bizantina. Perché si conosce la Puglia dei Normanni, ma prima di quello la Puglia era bizantina.”
Written by: Aurora Vendittelli
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