San Valentino.
Troppo ansiogeno come inizio? Va bene, prendiamo questo delicato (per molti persino temuto) argomento più alla lontana, dopotutto mancano ancora due settimane al (lieto? tragico?) evento, fatto di tripudi di mazzi di rose, tonnellate di cioccolatini e milioni di orsacchiotti di peluches che stringono a sé cuori imbottiti.
Ripartiamo proprio dal concetto di coppia: due persone che, consapevolmente o per puro caso, si incontrano e si scontrano, si scelgono come partner e in men che non si dica si trasformano nei reciproci maggiori confidenti, distributori di coccole ed attenzioni, complici delle più disparate situazioni.
Quella di mettere in mostra una parte così ampia di sé, però, può rivelarsi un’arma a doppio taglio: se malauguratamente ci si rende conto che la propria metà non azzecca un congiuntivo nemmeno per sbaglio, fa qualcosa che mai ci si sarebbe aspettati da una persona apparentemente così tranquilla e rispettabile, o comunque delude le nostre aspettative, la relazione, ahimè, giunge alla sua inevitabile conclusione. Cosa resta poi?
Che si guardi alla parte lesa o a quella offesa, ciò che rimane in mano ad ogni ex è un gran senso di vuoto, ma soprattutto, cosa più importante, un potentissimo deterrente nucleare, fatto di foto compromettenti mandate su Whatsapp in momenti di noia con improbabili filtri e smorfie da far accapponare la pelle, messaggi scritti in momenti di scarsa lucidità o in temporanei stati di demenza dovuti all’eccesso di emoji a forma di cuore nell’atmosfera, ed una miriade di altre piccole e grandi “prove” che, di fatto, abbiamo in mano la reputazione dell’altro.
Nei rari casi in cui una storia finisce bene, questa bomba a orologeria non dà pensiero a nessuno dei due, rassicurati dal fatto di esserci lasciati in buoni rapporti con una persona con la quale – questo purtroppo spesso non si tiene a mente – abbiamo condiviso anche momenti belli, significativi, importanti.
Ma a noi interessa la restante fetta degli ex, quelli lasciatisi male, che continuano a crescere di numero e, come vedremo presto, di creatività minuto dopo minuto; si tratta di persone così ferite nell’orgoglio, deluse o arrabbiate col proprio (ex) partner, da desiderare per il reo la più esemplare delle punizioni.
Oramai la legge tutela con sempre maggiore attenzione la pubblicazione non anonima di contenuti personali quali foto, video o conversazioni scritte, dunque un vasto repertorio di quella che fino a poco tempo fa costituiva una grande ricchezza per chiunque tramasse vendetta, si riduce a qualcosa da maneggiare con cura, costretta a rimanere circoscritta alle chiacchiere tra amici, senza poter diventare di dominio pubblico.
Ma cosa succederebbe se uno zoo, poniamo londinese, fornisse a queste anime tormentate assetate di vendetta la perfetta valvola di sfogo per punire esemplarmente e soprattutto sotto gli occhi di tutti questi condannati, senza però andare ad intaccare la loro immagine?
Bene, questo progetto è reale, porta la firma dell’Hemsley Conservation Center, uno zoo di Sevenoaks, a sud di Londra, e consiste in un procedimento così semplice, da aver catturato in men che non si dica l’attenzione di tutte le persone che serbano dei rancori verso i rispettivi ex sparse nel globo: come spiega alla perfezione il sito del parco, è sufficiente donare allo zoo appena 1,50 sterline, circa 1,70 euro dunque, fornire il nome o il soprannome del malcapitato, e aspettare che la ricezione dell’ordine venga ufficializzata attraverso un apposito certificato. Certo, il vero nome di battesimo del target non sarà quello di partenza, bensì quello riportato sul certificato in questione, ma ogni ragazzo o ragazza autore del gesto saprà che il dato scarafaggio che zampetta di qua e di là nella teca dietro al cartello che ne annuncia il nome sarà proprio il loro personalissimo regalo di San Valentino per il migliore tra i peggiori ex avuti.
L’iniziativa, che per evitare di alimentare screzi tra partner ha voluto adottare questo sistema di modifica del nome, apre comunque un dibattito, al quale vi invitiamo a prender parte così da incoraggiare il dialogo sulla tematica: è giusto dare il nome (in questo caso uno pseudonimo) che abbia dei chiari riferimenti a un ex a un insetto in uno zoo quando due persone, per qualche motivo, interrompono la loro relazione? Lo accetteremmo con tanta filosofia se capitasse a noi e lo venissimo a sapere?
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