Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “IL CIELO NELLA STANZA” – Salmo, NSTASIA
Come ci sentiremmo a crescere dentro le mura di una stanza? Probabilmente il regista Stefano Lodovichi non si è fermato a questa semplice domanda per creare il suo nuovo film. La Stanza è uscito il 4 gennaio 2021 sulla piattaforma Prime Video, e ha già fatto parlare molto di sé. Un thriller psicologico tutto italiano che tocca l’irreale.
Solo tre i protagonisti
Stella è la proprietaria della casa in cui si svolge la trama, alla cui porta bussa uno sconosciuto. Pian piano che la storia va avanti emerge il fatto che quest’uomo tanto estraneo non è. Sembra già conoscere Stella, la casa e anche l’ex marito della protagonista, Sandro. Ma il film si apre con Stella in piedi sul davanzale della finestra della sua camera, in un giorno di pioggia, con il suo vestito da sposa. E proprio lo sconosciuto la distoglie dal pensiero martellante di lasciarsi andare, che dice di chiamarsi Giulio.
E non si può dire più di questo. Un film del genere bisogna vederlo.Vederlo con qualcuno e commentarlo insieme. Perché non può avere solo una spiegazione, ma almeno tre che si intrecciano. Un po’ come le vite di quei tre personaggi dentro la casa. Un ambiente come quello domestico viene costruito apposta per essere un luogo di rifugio, di riparo dal mondo esterno. Un posto dove sentirsi al sicuro. Lodovichi, invece, ipotizza che una casa non sia abbastanza, per difendersi. Ma che serva, anzi, proprio una stanza. Quattro mura e una porta, che proteggono ma possono essere pericolose.
Esci dalla tua zona di comfort!
Perché le stanze non sono solo fisiche, ma anche mentali. Quante volte capita di sentirsi dire “esci dalla tua comfort zone”? La zona in cui tutto ci basta, da cui, apparentemente, non serve uscire. Che ti dà sicurezza, perché tutto è sotto controllo. E’ una sensazione di cui non ci rendiamo conto del tutto finché non usciamo e capiamo quanto, a volte, sia necessario superarsi e superare i propri limiti. Mettendosi in discussione, confrontandosi col mondo, esprimendo i nostri pensieri più profondi.
Apprendere questa filosofia è fondamentale per concepire, almeno in parte, la nuova pellicola di Lodovichi. Perché in una stanza di quella casa c’è un segreto, ma anche un’altra storia che completa, inspiegabilmente, il puzzle. Bisogna uscire per capire come si sta dentro, per avere una visuale completa.
Perché non bastano quattro mura per contenere un mondo.
Non basta la nostra testa per contenere il nostro essere.
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