Per la lettura di questo articolo si consiglia l’ascolto del brano “Bicycle Race – Queen”.
“Il miglior elmetto per i ciclisti non è un elmetto”, questo lo slogan con il quale si lancia sul mercato Hövding, la nuova arma segreta contro gli incidenti, talvolta dagli esiti disastrosi, nei quali i ciclisti possono rimanere coinvolti in strada a causa del loro inevitabile svantaggio strutturale rispetto ai veicoli a motore: questo portentoso collare, frutto della messa in pratica di recenti studi condotti da alcuni ricercatori dell’Università di Stanford e prodotto dall’omonima società svedese, è capace di trasformarsi, in caso di necessità, in un caschetto protettivo nel giro di un battito di ciglia, per la precisione in 0,1 secondi.
Tale efficienza è dovuta alla miriade di sensori di cui è dotato, in grado di captare e riconoscere oltre duecento dei movimenti al secondo che un ciclista può o potrebbe trovarsi a dover eseguire a bordo del suo due ruote. Sebbene fossero già state proposte in precedenza altre due generazioni di questi “airbag per bici”, il collare Hövding presenta delle migliorie davvero degne di nota, tanto che forse determineranno la sua leadership nel campo dei prodotti per la sicurezza stradale: non solo per la già citata accuratezza con cui rileva se il ciclista si trova in una situazione di pericolo, ma anche per la sua capacità di trasformarsi in un lampo in un cappuccio che mantenga nella posizione corretta il collo dell’individuo, scongiurando così il rischio di riportare lesioni alla testa.
Infine, una menzione a parte meritano gli accessori integrati di questo airbag all’avanguardia, tra i quali il Bluetooth per attivare chiamate di emergenza, con tanto di indicazioni sulla posizione in cui è avvenuto l’incidente, e la batteria, che consente un’autonomia di 15 ore.
Ci troviamo di fronte ad una svolta storica nel caotico e pericoloso mondo della circolazione su strada?
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