E se qualcuno vi dicesse che da oggi in poi potrete imparare le lingue e perfezionare il vostro livello di inglese nel sonno? Ecco, sembra impossibile, ma pensiamoci bene: il cervello è una macchina straordinariamente ignota, non si conoscono ancora tutte le dinamiche che avvengono all’interno e questo rende gli studi sempre più intriganti e, certamente, alquanto misteriosi.
Un gruppo di ricercatori di Berna ha, infatti, appreso che il processo di memorizzazione è maggiormente possibile durante i piccoli riposini pomeridiani: la capacità di associazione, in questa particolare fase del sonno risiede nell’ippocampo, addetto alla formazione di memoria a lungo termine, il quale, ricevendo input esterni, come particolari suoni e odori, riesce nell’incredibile lavoro di immagazzinamento di informazioni.
In realtà, ciò che viene recepito nella fase di veglia, serve come spunto al cervello per rielaborare le informazioni nella fase profonda del sonno, chiamata fase REM, in cui ogni stimolo esterno viene poi assorbito durante lo “Stato Up”, considerato lo stato attivo del sonno profondo, che si alterna rapidamente con lo “Stato Down”, o inattivo.
Al riguardo, in molti soggetti che si sono prestati alla causa, si sono riscontrati notevoli progressi, tanto che in alcuni casi parole del tutto nuove sono state correttamente memorizzate, con relativa traduzione, attraverso la loro ripetizione durante lo “Stato Up” del sonno.
Tuttavia, è attestato che non è possibile imparare del tutto lingue mai approcciate semplicemente attraverso l’associazione inconscia, cioè collegandole a percezioni esterne come odori o suoni, poi riproposti durante il sonno per risvegliarsi riposati e con un vocabolario linguistico arricchito: per quello serve comunque tanto studio!
di Irene Di Giuliano
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