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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Le ragazze di Gauguin” di Grazia Di Michele
Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta portano in scena, in giro per l’Italia, La parrucca di Natalia Ginzburg famosa e impegnata scrittrice italiana.
Il suo è uno stile diretto e sincero mentre racconta frammenti di vita quotidiana.
I protagonisti della storia sono Betta, laureata e proveniente da una ricca famiglia e Massimo, artista e sempre in cerca di lavoro. Lei non si sente adatta a lavorare e allo stile di vita nel quale è cresciuta e forse per questo sceglie di sposare Massimo. Lui è uno squattrinato ragazzo, irascibile che, proprio per il suo carattere, non riesce a mantenere un lavoro. I due sono una coppia senza fissa dimora, alla ricerca di qualcosa che possa dargli la vita, ma della quale non riescono a recepire nulla. Sono giovani e, come direbbero in molti, tra cui, con il senno di poi, anche Betta, male accoppiati.
La differenza tra gli stili di vita nei quali entrambi sono cresciuti, ci porta alla riflessione di come le diversità ci permettano di guardarci dentro con attenzione. Come molti sanno per esperienza, negli anni della crescita, siamo spinti a cercare e scoprire uno stile di vita lontano dal nostro. Sarà per questo che veniamo attratti da persone completamente diverse da noi. I più audaci riescono a trasformarlo in qualcosa di proprio. L’erba del vicino è sempre più verde, recita una delle frasi più famose, poiché ciò che non abbiamo ci appare un tesoro nei confronti di ciò che abbiamo essendo quest’ultimo solo routine.
La Ginzburg ci parla di relazioni sbagliate nelle quali le donne spesso si trovano invischiate e dalle quali non riescono ad uscirne per svariati motivi. Nel primo atto comincia col raccontare l’infelicità di una donna, trascinata in giro per l’Italia alla ricerca di un posto dove fermarsi e cominciare a vivere. Nel secondo, dopo un’evoluzione del rapporto che ci porta a cinque anni dopo il primo, si assiste ad un altro episodio che degenera nell’insano contatto fisico tra marito e moglie. Lui la picchia e, mentre è chiuso in bagno, lei chiede aiuto e soccorso alla madre. La donna, espressione del suo tempo, giustifica il comportamento dell’uomo, riversando la colpa sulla figlia.
Siamo nell’Italia degli anni sessanta, in conflitto tra due visioni ben distinte di figura femminile: quella delle madri e nonne, portate a giustificare perennemente gli atteggiamenti degli uomini, poveri incompresi della vita, e quella sempre più prorompente per l’epoca, delle donne che rivendicano il diritto alla felicità.
In questo testo, ricco di ironia, arma sottile che la Ginzburg utilizza sempre e mai sopra le righe, si evidenza un dualismo nella continua lotta per l’emancipazione della donna: c’è la voglia di cambiare sperando in un futuro migliore e più equo e l’immobilità della società. Sopravvivenza, che non è vivere e immobilità, che non vuol dire cambiamento, sono le medesime sensazioni che si rispecchiano oggi a distanza di decenni.
Written by: Teresa Corrado
donne La Parrucca Maria Amelia Monti Roberto Turchetta Teatro
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