Mentre molti di noi aspettano impazienti il sopraggiungere del 24 Maggio, data in cui si terrà il secondo Sciopero Globale per il Futuro, una ragazzina che abbiamo imparato a conoscere bene, divenuta il volto di una rivolta in nome del diritto al futuro, ha appena saltato l’ennesimo Venerdì scolastico per portare avanti i propri ideali e l’esempio da dare ai suoi milioni di sostenitori: quella giovane donna, bambina solo nell’aspetto esteriore, è Greta Thunberg.
Nel frattempo che continuiamo a seguire il countdown che ci separa dalla prossima discesa nelle piazze, intratteniamoci dando un rapido sguardo a un altro dei metodi pacifici adottati dalla ragazza per scuotere le coscienze delle masse: si intitola “La nostra casa è in fiamme” ed è il libro scritto a quattro mani dall’attivista con la sindrome di Asperger e da sua madre, la cantante lirica svedese Malena Ernman.
Perché porre l’accento sul fatto che la sedicenne dalle trecce color paglia soffre di questo disturbo dello spettro autistico?
C’è una ragione molto precisa e determinante per comprendere non solo le difficoltà dei familiari per sostenere la causa della figlia, adattandosi e trovando un nuovo equilibrio, ma anche il meccanismo di innesco di tanta determinazione verso una tematica verso la quale vi è sempre stata un’apparente indifferenza globale e un insolito silenzio mediatico: come la ragazza spiega nei primi capitoli del libro, che si apre con alcuni dei suoi discorsi di maggiore impatto, per quelli che, come lei, “ricadono nello spettro autistico, le cose sono sempre bianche o nere”. In una famiglia composta da una giovane con questa sindrome e da una sorella, di nome Beata, affetta da ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), gran parte degli sforzi dei genitori sono da sempre incentrati sulla costruzione di un ritmo quotidiano stabile e armonioso, una delicata passeggiata da funambolo mossa dall’amore parentale per il benessere di entrambe.
Ma un giorno, qualcosa spezza quella fragile stabilità: la visione di un filmato a scuola sull’Isola di Plastica, che esiste da tempo e di cui non parla assolutamente nessuno, che incombe come il relitto di un’astronave aliena nell’oceano Pacifico. In quel momento, qualcosa dentro Greta scatta come una molla, e la ragazza trova nella battaglia per il clima la sua nuova comfort zone, un ideale che dalla sua personalissima prospettiva possiede un valore che ben pochi finora sono riusciti a cogliere dal loro punto di vista.
Questa sorta di diario familiare vi porterà, per il tempo di qualche pagina segnata a inchiostro, a sedere alla tavola della famiglia Tunberg-Ernman, a conoscere le molte difficoltà e sacrifici che questa battaglia comporta, a ripercorrere i passi della giovane e, per i più audaci, anche a comprendere quello che è un problema attuale e urgente da una prospettiva tutta nuova.
Ed è proprio questo, forse, un buon esempio di come una diversità di qualche genere possa costituire un valore aggiunto per apportare quel cambiamento di cui il mondo ha notevole bisogno.
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