La Musica e i campi di esperienza
È cambiato il giorno, è cambiato il luogo, ma l’energia e la voglia di far arrivare un messaggio molto importante sono le stesse di ieri: stiamo parlando del secondo appuntamento de “La Musica nella scuola dell’infanzia”, tenutosi in queste ore nell’ITIS Galileo Galilei di Roma, e dei moltissimi ospiti che abbiamo avuto occasione di seguire in diretta live!
Sebbene il tema centrale dibattuto fosse lo stesso della prima giornata, l’approccio eseguito stavolta è stato un po’ diverso, ma non per questo meno interessante: attraverso una sapiente unione di interventi e materiale audiovisivo a corroborare le idee dei vari interlocutori, è stato possibile unire la teoria argomentativa a dei veri e propri esperimenti pratici anche in assenza di esibizioni musicali dal vivo.
Abbiamo così assistito alla visione di brevi video in cui erano i bambini stessi, veri protagonisti di questo evento, a suonare, cantare, seguire gli insegnamenti degli educatori ed immergersi in quel linguaggio universale che è la musica, un elemento-chiave nella formazione armoniosa dell’individuo proprio perché in grado di abbattere qualunque barriera.
Insomma, un percorso davvero variegato, che ha spaziato dalle filastrocche-scioglilingua di Marco Messina, insegnante formatore del Musical Garden, alle slides poste a descrizione del ruolo fondamentale dell’insegnamento del violino sin dalla prima infanzia illustrato da Alessandra Farro, violinista e docente esperta in didattica musicale per l’infanzia, secondo la quale:
Il violino diventa un mezzo per scoprire tutte una serie di campi dell’apprendimento tipici della scuola dell’infanzia, un modo per ascoltare, per emozionarsi, per scrivere, per iniziare ad imparare un linguaggio scritto e ascoltato, individuo che avrà una sua formazione più armoniosa e che diventerà un cittadino consapevole di ciò che l’educazione può fare nei confronti del Bello.
Alessandra Farro
Analogamente a quanto accaduto ieri, tra facce conosciute e nuovi ospiti, sono state davvero tantissime le voci che si sono levate per trasmettere il proprio punto di vista sul tema della necessità di una riscoperta del valore musicale a partire dai primi anni di vita dell’individuo.
Vogliamo ricordare, nello specifico: Paola Anselmi, Presidentessa dell’Associazione Internazionale Musica in Culla, Claudia Fiume, educatrice del Centro Infanzia Patatrac di Focene, Ilaria Turrin, dall’Istituto Comprensivo Pio La Torre di Roma, Chiara Strada, docente di musica nuova e Orff-Schulwerk Italiano, Anna Ammirati, dall’Istituto Tecnico Publio Vibio Mariano di Roma, Matteo Frasca, pedagogista musicale nonché Presidente Matura Infanzia, Martina Ciapponi, della Scuola “La torta in cielo di G. Rodari” di Roma, Paola Del Giudice, direttrice de La Fabbrica del Divertimento, Silvia Morgese, educatrice e coordinatrice pedagogica dell’asilo “Tutti giù per terra” di Napoli, Maria Giuseppina Bianchi, maestra della scuola dell’Istituto Comprensivo “Sora” di Frosinone, Lorella Perugia, formatrice del Centro Studi di Didattica Musicale Roberto Goitre, Miriam Avondet, dell’Istituto Comprensivo “Pinerolo 2”, Roberta Ferrari, responsabile della didattica nonché Instructor di Yamaha Music Europe, Paolo Caserta, Key Teacher Yamaha, Roberta Bianchini, maestra della Scuola dell’infanzia “Pietro Beretta” di Novara, Johannella Tafuri, docente di pedagogia musicale del Centro InCanto, Eleonora Zecchi, della Scuola dell’infanzia “S. Vincenzo de’ Paoli” di Bologna, Tamas Endre Toth, dell’Associazione Italiana Kodaly Educazione Musicale, Miriam Pupini, dell’Istituto Comprensivo “Cividale del Friuli” di Udine, Franca Ferrari, Francesco Galtieri e i già citati Luigi Berlinguer e Annalisa Spadolini.
Uno degli aspetti più significativi di questo duplice appuntamento con grandi personalità dell’istruzione provenienti da svariati ambiti di competenza è emerso proprio alla fine del convegno: che cosa sia e cosa invece dovrebbe essere l’educazione musicale, quali metodologie adottare, quale sia il vero ruolo dell’insegnante nei confronti dei bambini, sono tutti quesiti che, indipendentemente dall’approccio eseguito per trovare loro una risposta, portano verso una concezione della musica come “gioco” essenziale nella formazione, sia classica sia emotiva, del bambino: nel momento in cui viene preso per mano dal proprio insegnante, alla scoperta di un nuovo strumento musicale, diventa un suo pari, si pone al suo stesso livello, e non c’è modo più armonioso di questo per crescere ed imparare a conoscere e a conoscersi.
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