Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Kozmic Blues” – Janis Joplin
Nel giorno del suo compleanno voicebookradio.com ricorda colei che aprì alle donne la strada del Rock n’ Roll.
Ladies and gentlemen, I’m pleased to introduce you, Janis Joplin.
Ormai sappiamo che, quando vogliamo ripercorrere le strade dei grandi cambiamenti musicali, dobbiamo per forza di cose tornare indietro di qualche decennio.
E noi, che amiamo tuffarci in quei meravigliosi anni settanta fatti di sperimentazioni, novità e miscele esplosive, siamo pronti ad un nuovo viaggio.
Ci troviamo, però, di fronte a un periodo fatto anche di disordini. Sociali, politici, epocali. Anni di eccessi, di ribellioni anche estreme che hanno lasciato sulla strada non poche vittime prestigiose.
L’alcool, le droghe, le abitudini smodate e lascive di molti artisti sono note ai più, ma non hanno intaccato la loro immagine nel tempo.
Anzi, per alcuni, la prematura scomparsa per cause del genere ha contribuito ad amplificare il mito nato intorno a loro.
Parlavamo di Rock.
Parlavamo di donne.
Era l’epoca di band massicce e di artisti granitici che si facevano largo e scaldavano platee infinite. Led Zeppelin, Deep Purple, Jimi Hendrix, tanto per citarne alcuni.
Era il periodo dei grandi nomi maschili che dettavano legge in modo potente, quasi imperioso.
E prendevano piede.
Si imponevano.
Ma una musica così viscerale ed esplosiva come il Rock non poteva non trovare la giusta espressione anche in versione femminile.
Ed ecco apparire lei.
Una giovane donna dalla voce potentissima che cantava i suoi tormenti, le delusioni e l’insistente, ossessiva voglia di essere amata.
Non ebbe vita facile Janis, né da bambina e né da adolescente. Amori tumultuosi, rapporti umani complicati che però le permisero di riversare completamente l’anima nelle sue interpretazioni. Colpiva l’intensità del suo canto, l’essenza viva e drammatica delle sue grida languide, ma strutturate, dolorose, ma perfettamente calibrate.
Era un’artista in continua ricerca. Una perfezionista impressionante che, nella dinamica dell’improvvisazione, trovava spesso la strada giusta per arrivare al cuore del pubblico. Ma era un’improvvisazione sempre sostenuta dalla tecnica, dal duro lavoro, da una preparazione maniacale che la mise spesso in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva. Tanto che il vero successo lo raggiunse da solista.
Anche se durò davvero troppo poco. Il suo mito, la sua voce stridente e vigorosa, la sua anima in perenne tumulto sembra essere rimasta sospesa nel tempo.
A quei 27 anni che se la portarono via.
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