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Arte

Jago: in mostra a Roma le mani, il marmo e il digitale

today25 Maggio 2022

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Innuendo” – Queen.

Sarà visitabile sino al 3 luglio 2022 la mostra curata da Maria Teresa Benedetti, Jago – The Exhibition al Palazzo Bonaparte di Roma, in piazza Venezia.

Per l’artista è la prima grande mostra nella quale espone i suoi lavori e, già dal primo giorno di apertura, l’afflusso dei visitatori è stato enorme. Del resto è un po’ come specchiarsi nelle sue opere, in quel marmo bianco che cattura e affascina il visitatore.

Jago, è fra i più grandi artisti di questo secolo e, grazie al suo modo di comunicare con i suoi fan ed estimatori, anche uno dei più attivi sui canali social, attraverso cui racconta la sua arte, la scultura, avvicinandola ai grandi temi e personaggi della contemporaneità, che ne determinano il lavoro. Il suo approccio alla scultura unisce due fattori fondamentali: quello della pietra da toccare e lavorare attraverso le mani e quello digitale con cui prepara delle vere e proprie performance.

Chi è Jago?

Questo modo di entrare nella pietra dura e attraversarla con il digitale, contrapponendo la realtà e l’immaginario, l’hard e il soft, lo rendono un “classico innovatore”. Molti critici ed esperti hanno accostato le opere di Jago, fin dai primi riconoscimenti, a quelle di Michelangelo che fece della scultura la sua maggiore espressione artistica, riuscendo a dare vita al freddo marmo. L’artista, però, ha innovato il suo lavoro grazie alle nuove tecnologie, sfruttando il digitale che sa usare molto bene. Tutto questo lo ha condotto ad esplorare un nuovo mondo. Immergendosi completamente in esso.

Il suo profilo Instagram è seguito da oltre 600mila follower e la sua particolarità non è tanto nelle foto, quanto nei video che pubblica, quei famosi Reel attraverso cui mostra particolari minuziosi delle sue opere oppure il percorso che fa un pezzo di marmo per trasformarsi in opera d’arte.

L’innovatore della scultura

Innovativa è anche la mostra che lo scultore offre ai visitatori. Al suo interno è possibile vedere alcune delle sue opere migliori e più conosciute, come Memoria di sé, Excalibur, Figlio velato e Pietà, immergersi nella realtà virtuale con la quale si misura e prepara le sue performance. Ma si può anche vederlo all’opera mentre realizza il suo nuovo lavoro, poiché Palazzo Bonaparte è stato trasformato in un vero e proprio studio d’artista, per tutta la durata della mostra. I più fortunati, invece, in questo periodo, possono visitare la mostra con una guida particolare. Lo stesso Jago, infatti, si è prestato a guidare i visitatori attraverso le sue opere.

Il termine innovativo per Jago, non è solo accostabile al suo lavoro, ma anche ad una nuova concezione dell’arte e del rapporto che può nascere tra artista ed estimatori o meno, della stessa. È un ottimo comunicatore e riesce a trasferire emozioni e passioni a chi lo ascolta. Spiegando il suo lavoro e il suo intento di artista, lo scultore italiano afferma che:

“Mi riconosco in un linguaggio e lo adotto: sento l’esigenza di realizzare un collegamento con quello che vedo, senza spirito di emulazione. Sono me stesso”.

Non ci resta che regalare a noi stessi questa esperienza diretta con l’arte e toccarla con gli occhi e con le emozioni.

Written by: Teresa Corrado

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